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    Casale “El Aserradero”, tra Ifonche e La Quinta (Adeje)

    Foto Ramon Hernandez

    Sulla vecchia strada che corre tra la frazione di Ifonche e La Quinta (Adeje) si trova questo antico ridotto dell’architettura tradizionale canaria “El Aserradero”, un vero tesoro etnografico nel più assoluto stato di abbandono.

    Il nome “El Aserradero” (segheria) si riferisce allo sfruttamento del legname della zona con un gran numero di pini, dove i tronchi venivano tagliati e trasportati con carri fino al Morro de los Ratiños, da dove venivano gettati nella pianura di Chavor.
    La costruzione di questa tenuta fu realizzata grazie all’esistenza di tre sorgenti che fornivano acqua per l’irrigazione e ancora oggi è possibile vedere un canale scavato nella roccia, che portava l’acqua a un sifone da cui continuava a essere convogliata.
    Quando raggiungiamo un punto alto del sentiero roccioso, troviamo i tubi dell’acqua scavati nella pietra che conducono alla casa colonica abbandonata.
    Poco prima e a pochi metri di distanza, l’aia per la trebbiatura dei cereali che si raccoglievano nella zona.
    Foto Ramon Hernandez
    Le terrazze abbandonate sono ricoperte da un verde intenso e da fiori che colorano i dintorni.
    L’insediamento di un numero significativo di abitanti in questo luogo all’epoca si spiega più con l’estrazione del legno che con l’agricoltura e l’allevamento.
    Così, nel 1655, a El Aserradero c’erano 13 abitanti, molti di più dei 7 di una zona con più terreni coltivabili come Ifonche.
    Gli incendi intenzionali sul Monte de Ifonche hanno distrutto alcune case.
    L’antico forno per il pane della cascina è ancora conservato intatto.
    I vecchi muri sono oggi i resti delle mura che circondavano l’insediamento.
    La vista è impressionante, con l’isola di La Palma sullo sfondo tra le nuvole.
    Le stanze sono in totale rovina.
     Da non perdere il lavatoio accanto allo stagno.
    Gli orti agricoli in stato di abbandono, ma di grande bellezza per la colorazione che li circonda.
    Foto Ramon Hernandez
    I camminamenti in pietra, i muri bugnati che rinforzano le strutture e i cortili acciottolati pieni di fascino e di ricordi.
    Un ricco patrimonio etnografico che si perde tra la vegetazione e che finirà per morire se qualcuno non vi porrà rimedio.
    Raggiungere l’inizio del percorso non è facile.
    Per farlo dobbiamo raggiungere il quartiere La Quinta del comune di Adeje, che si raggiunge percorrendo una strada stretta e tortuosa di poco più di sei chilometri dalla zona industriale di Los Olivos.
    Infine a La Quinta, dalla piazza della Ermita de Santa Margarita, inizia il sentiero PR-TF 71.2 (Camino de Ifonche) e si parte a piedi.
    Un viaggio nel passato che cerca di raccontare la storia di Tenerife.
    Le Casas del Aserradero sono una delle frazioni che popolavano la zona di Adeje intorno a quella che era conosciuta come Casa-Fuerte, costruita come difesa dell’isola nel 1556 e che sarebbe poi diventata il centro nevralgico occupato da una serie di edifici, granai, zuccherifici, stanze e magazzini, diventando il fulcro dell’economia del sud di Tenerife nei secoli XVIII-XIX (cfr. Granado Suárez, S., Calvo Cruz, M. e Castro Pérez, C. [2007].
    Nel caso di El Aserradero, la principale fonte di interesse e di ricchezza per la regione era l’acqua.
    Si tratta di un borgo isolato che, insieme a Lomo los Grillos, Teresme, Ifonche e Aponte, faceva parte delle diverse residenze che esistevano in quella zona per i pastori o i coloni che lavoravano per i signori della zona.
    In questo luogo […] c’era una sorgente dove scorreva l’acqua, situata “en Adexe donde agora dizen el Aserradero”, un nome che persiste ancora oggi e il cui borgo è molto fragile, in quanto sta per scomparire a causa dell’abbandono dell’attività agricola, cosa a cui contribuisce la situazione dei diversi accessi a questa zona.
    Oggi, tutto ciò che rimane di questo luogo è un palese abbandono, evidente nel crollo dei tetti, nell’occupazione della vegetazione che cresce inarrestabile e nei resti di rifiuti recenti all’interno degli edifici in migliori condizioni.
    A questo punto ci si potrebbe chiedere: perché non vengono destinate risorse alla conservazione del nostro patrimonio storico e alla conoscenza del passato?
    Oltre all’abbandono, c’è una sorprendente mancanza di informazioni ufficiali e precise su questo luogo bellissimo, mistico e di grande importanza per la storia dell’isola.
    Al contrario, le informazioni attendibili si limitano alle ricerche accademiche che abbiamo trovato per documentare meglio questa micro-avventura, mentre alcuni contenuti promozionali citano le Casas del Aserradero in modo appena superficiale.
    Bina Bianchini

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