La Street Art, da non confondere con il graffitismo, è nata come fenomeno socio culturale illegale alla cui base prendono vita diverse tematiche, dalla semplice rivendicazione di spazi pubblici, a forma di comunicazione e contestazione alternativa fino alla pura espressione artistica effettuata con decorazioni di dimensioni spesso enormi su facciate di palazzi, muri di recinzione, porzioni di edifici industriali e talvolta vagoni del treno.
Grazie a giovani artisti talentuosi, la street art si è guadagnata una fama di rilievo nell’ambito dell’arte contemporanea tanto da spingere molte città a riservarle vasti spazi e ad organizzare festival annuali di forte richiamo.
A Tenerife, nella splendida località turistica Puerto de La Cruz, il pittoresco quartiere La Ranilla, in passato abitato da pescatori, da alcuni anni si è reso famoso per i murales colorati che ricoprono le sue strade.
I murales, ora vero e proprio complemento di arredo urbano, hanno preso vita nel 2014 durante un importante Festival de Arte.
Grazie a una insolita iniziativa promossa dal Consorzio di Sviluppo Urbano per la riabilitazione di Puerto de La Cruz e dai dipartimenti di Urbanistica e Cultura, avente per obiettivo quello di creare arte utilizzando la città come “tela”, 13 artisti di fama internazionale nell’ambito della street art hanno realizzato un vero e proprio museo pittorico stradale permanente.
Accolto con entusiasmo da residenti e turisti, il Festival ha avuto un successo inaspettato e i murales sono diventati fonte di attrazione per molti visitatori.
All’intersezione di Calle Mequinez con Calle Perez Zamora, è possibile consultare una piantina che illustra l’ubicazione dei 13 murales nel quartiere.
Opere dalle dimensioni eccezionali, dai soggetti più diversi, realistici o naïf, onirici o simbolici, colorati o in bianco e nero, si alternano nelle strade suscitando la meraviglia di chi vi si trova davanti per la prima volta.
E qui hanno preso vita opere come quella di Kob, unico artista canario, che ha realizzato un murales che si distingue per i dettagli minuziosi dei soggetti (invertebrati dalle forme sinuose) e per l’equilibrio dei volumi; o come quello di Victor Ash, danese acclamato da tutti come il miglior artista presente, che con il suo “La Frontiera del Paraiso” ha rappresentato un tipico paesaggio costiero coperto da una fitta maglia composta da silhouettes umane.
Il belga Roa ha invece realizzato uno dei murales più sorprendenti in bianco e nero di fronte al Museo Arqueológico de Puerto de La Cruz, un’impressionante schiera di insetti dalle notevoli dimensioni e dai dettagli così realistici da sembrare vivi.
E ancora Raùl Ruiz, originario di Granada, ha rappresentato in un gioco di colori caldi ed equilibrati una mappa dell’arcipelago insieme a simboli aborigeni, dove il volto di una donna e un anziano vestito di mantello e sombrero paiono vigilare su chi si ferma a osservarli.
Opere grandiose, eseguite catturando elementi tipici canari o mescolando tematiche personali a colori sorprendenti, che accrescono il potere attrattivo di Puerto de La Cruz.