Le Canarie contano numerose specie di funghi, circa 1.800, grazie al particolare clima e terreno, e sono in decisa crescita gli appassionati che si dedicano alla raccolta, ed indubbiamente molto di ciò si deve agli italiani, da sempre fanatici raccoglitori di funghi. Prima la raccolta di funghi era poco praticata, ma ultimamente si è affermata, non solo per la raccolta in se stessa, ma anche come occasione di fare una salutare passeggiata nella natura e passare qualche ora con gli amici. Gran Canaria, Tenerife e La Palma sono le isole più ricche di funghi. Solo in Tenerife o La Palma esistono più di 1000 specie catalogate. A Gran Canaria se ne trovano 600, fra cui solo 25 sono commestibili, 20 sono tossiche e 8 mortali. Le rimanenti 547 non hanno nessun valore gastronomico. I funghi sono un prodotto molto apprezzato della gastronomia, ma vanno consumati con alcune precauzioni. Alcuni dicono che è meglio non mangiare gli esemplari “vecchi”. E comunque non consumarne in grandi quantità, essendo di difficile digestione e poco adatti a chi ha problemi all’apparato digestivo. Inoltre questo prodotto così pregiato lo è più per il suo sapore che per il potere nutritivo. Come del resto in Italia, sono più frequenti in autunno e, grazie al clima, anche d’inverno, e dipendendo dal clima la stagione dei funghi può durare di più o di meno. Fra i funghi più interessanti troviamo ovviamente sua maestà il porcino (Boletus edulis), poi il Finferlo o Sanguinaccio (Lactarius deliciosus, chiamato qui Níscalo) o la Turma, un fungo simile al nostro famoso Tartufo bianco. Il motivo che li ha messi al vertice sono la qualità gastronomica, la facilità di identificazione e il fatto di crescere in un habitat che ne esalta la qualità. Dalla parte dei peggiori, spicca l’Amanita phalloides e altre Amanita che possono uccidere anche in piccole quantità. E’ importante rispettare delle regole ben definite. Un fungo deve essere ben pulito prima di essere cucinato, specialmente il gambo, eliminando tutti i resti di terriccio. Non si devono mai lavare mettendoli sotto il rubinetto, perché perderebbero tutto il loro sapore.
Si ricorda il pericolo di raccogliere e consumare funghi senza la conoscenza della micologia
I casi di avvelenamento da consumo di funghi raccolti sul campo ricorrono generalmente in prossimità del weekend, quindi è essenziale ricordare agli escursionisti l’importanza della massima cautela nel raccogliere e mangiare i funghi. In caso di dubbio, e se non si è certi della specie a cui appartengono i campioni raccolti, sempre meglio non consumare. Ogni anno, quando arriva l’autunno, e più spesso in anni piovosi, i servizi di emergenza si trovano ad assistere persone con sintomi di natura acuta che possono corrispondere a avvelenamento da funghi. La velocità della diagnosi e il rapido inizio del trattamento possono modificare il decorso della malattia, che a volte può portare alla morte. Gli avvelenamenti da funghi sono dovuti al consumo di funghi velenosi, che sono spesso scambiati per altri commestibili, dal momento che entrambe le tipologie condividono molte volte aspetti, forme e colori, dimensioni o habitat di crescita simili, quindi è molto facile confonderle a meno di non essere un esperto micologo. Il loro consumo e anche la semplice raccolta come hobby sono aumentati notevolmente negli ultimi anni. L’avvelenamento è solitamente il risultato di un errore nella raccolta, con un dilettante che, non conoscendo sufficientemente il loro aspetto, li scambia per specie commestibili. Inoltre, non è inusuale che tali avvelenamenti si verificano quando il fungo è sottoposto a test di tossicità empirici falsi come l’uso di aglio o cucchiai d’argento, etc. Non esiste un singolo test definitivo per distinguere i funghi commestibili da quelli tossici. È pertanto essenziale una vasta esperienza nella conoscenza del loro aspetto e i collettori devono limitarsi a prendere quelli che possono identificare accuratamente. Devono eliminare tutto ciò che può generare anche un minimo sospetto. Ci sono più di 5.000 diverse varietà di funghi, 3.000 in Europa e in Spagna sono catalogate più di 1500 specie di funghi superiori, di cui tra 50 e 70 possono essere considerati tossici e di questi 5-6 mortali. Come altri organismi viventi, alcuni funghi sono in grado di sintetizzare e accumulare vari tipi di sostanze tossiche (tossine). L’ingestione di tali funghi provoca risultati di tossicità, acuta nella maggior parte dei casi, di gravità variabile, essendo l’avvelenamento con Amanita phalloides la causa più comune di avvelenamento da funghi letale perché le sue tossine sono in grado di produrre una necrosi epatica irreversibile. Finora non esiste un antidoto efficace o un trattamento che garantisca la guarigione da avvelenamento da alcuni tipi di funghi, ma l’esito del trattamento per prevenire effetti irreversibili delle tossine e i trattamenti di supporto dipendono in gran parte dalla tempestività nel rivolgersi al servizio di emergenza e quindi dal tempo trascorso dall’ingestione del fungo tossico fino all’inizio del trattamento, ed è nelle prime ore quando il trattamento può essere più efficace.
(Franco Leonardi)