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    I 104 della lista nera della Germania di Hitler

    Schermata 2016-07-11 alle 17.43.00I 104 della lista nera della Germania di Hitler

    di Magda Altman

    I nomi di 104 persone appartenenti ai servizi di controspionaggio della Gestapo, fanno parte di un delicato documento di 11 pagine dattiloscritte in inglese e trasmesse al dittatore Franco dai paesi alleati alla fine della seconda guerra mondiale, unitamente alla richiesta esplicita di espellere i soggetti e indirizzarli nella “nuova” Germania.

    Una lista che scottava, con tanto di nomi, cognomi e generalità di persone che vennero accolte dal regime di Franco durante la guerra, talvolta sotto mentite spoglie.

    Dichiarandosi neutrale, ufficialmente la Spagna non partecipò mai alla Seconda Guerra Mondiale, pur inviando sul fronte tedesco oltre 50.000 militari nonché materie prime di difficile reperibilità cui poteva attingere grazie agli scambi commerciali con l’America Latina.

    La Spagna alla fine della guerra divenne un vero e proprio rifugio per molti ufficiali e membri tedeschi della Gestapo che ne occuparono le città.

    Successivamente i paesi alleati Francia e Regno Unito richiesero l’immediata consegna dei soggetti individuati come collaboratori attivi di Hitler, richiesta che rimase però disattesa.


    Che fine fecero quegli uomini e dove terminarono i loro giorni?

    Di alcuni di loro si conoscono parecchi dettagli come nel caso di Franz Lieasau Zaccaria, per tutti “il medico”.

    Egli era un agente del servizio di controspionaggio coinvolto nell’acquisto di animali provenienti dal Marocco e dalla Guinea (per lo più scimmie) da utilizzare per sperimentare terribili malattie da introdurre nei campi di concentramento, come la peste.

    Zaccaria si stabilì a Madrid dove morì all’età di 84 anni nel 1992, nell’indifferenza più totale ad esclusione della sua famiglia.

    Ma la sua è solo una delle tante storie.

    La Germania fondò ben 16 aziende tedesche in Spagna che si occupavano di trasporto, estrazione mineraria, agricoltura, elettricità (alcuni nomi sono noti tutt’ora come Siemens, Aeg, Osram), nonché banche e istituti di assicurazione.

    Una potente rete commerciale che non solo garantiva a Hitler un capitale come 85 milioni di pesetas ma fungeva da copertura per i suoi numerosi agenti segreti.

    Quando la guerra finì fu lo stesso governo di Franco ad avvisare i numerosi imprenditori tedeschi di mettere al sicuro le proprie ricchezze, poi recuperate in seguito dai figli che negarono e negano tutt’ora qualsiasi legame dei genitori con i servizi di intelligence nazisti.

    I 104 della lista sono oggi tutti morti e sepolti in Spagna, Portogallo e Paesi Baschi, zona che diventò obiettivo di molti imprenditori tedeschi.

    Solo il nome di Hans Jurestschke risultava ancora attivo nei primi anni del 2000, quando aveva all’incirca 80 anni.

    Professore emerito di letteratura tedesca, insegnò fino al 1979 presso l’Universidad Complutense di Madrid.

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