Gasolineras FANTASMAS: guerra di imprenditori, consumatori, sicurezza e diritti!
di Franco Leonardi
Si parla delle stazioni di servizio completamente automatizzate, dove si paga con banconote o carte di credito, come siete abituati a vedere, non solo in orario notturno, un po’ dappertutto in Italia.
La crisi economica ha spinto molti settori verso i servizi “low cost”, e si calcola che nei “distributori fantasma” il costo dei carburanti possa essere abbassato di un 15%! Va ricordato che la normativa europea in merito stabilisce già la possibilità che questi stabilimenti possano funzionare senza personale.
Questa situazione si origina dalla legge 25/2009, del 22 dicembre, che ha modificato diverse leggi precedenti riguardo al libero accesso alle attività di servizio e al loro esercizio.
A seguito della “ley de liberación de servicios” sono state aperte stazioni di servizio carburanti nei centri commerciali e nelle zone industriali.
Non è che la legge abbia letteralmente autorizzato questi stabilimenti, ma conteneva delle lacune che ne hanno permesso lo sviluppo, in maniera che oggi questi distributori possono essere “legalmente senza personale”, con l’unico obbligo di avere un sistema automatico per l’estinzione di eventuali incendi.
In Spagna il dibattito politico sopra questo tipo di stazioni di servizio è già aperto in varie altre comunità autonome e si stanno producendo delle modifiche legislative. Si parla di proteggere i diritti dei consumatori, che perderebbero il diritto a chiedere fattura, a fare reclami, e poi questo tipo di distributori crea delle problematiche ai consumatori che abbiano qualche tipo di handicap, come i diversamente abili, gli anziani o le donne incinte.
Le modifiche di legge previste garantiranno la protezione (almeno in orario diurno) dei diritti dei consumatori, in particolare quelli relativi alla manipolazione di sostanze infiammabili senza il controllo, la supervisione e l’aiuto di persone debitamente formate. Si pensi anche ai pericoli relativi al mancato rispetto di certe norme, per esempio il divieto di parlare con il cellulare.
Per quanto riguarda la Spagna, Madrid, Navarra, Asturias, Baleares, Andalucía, Castilla-La Mancha, Aragón, Murcia e la Comunidad Valenciana hanno già stabilito per legge che debba esserci come minimo un impiegato per ogni distributore.
Delle circa 800 che sono attualmente aperte in Spagna, molte sono di proprietà di piccoli imprenditori, ma le grandi compagnie, come la Repsol, si stanno accodando al carro delle “low cost” per non perdere quote di mercato.
Anche se questo tipo di stazioni di servizio possono risultare attraenti per i consumatori in ragione dei prezzi ridotti, sono accusate di rappresentare una grave minaccia per la sicurezza, il mercato del lavoro e i diritti dei cittadini.
Si prospetta il rischio di una grossa battaglia nei tribunali delle Canarie per le restrizioni che altre comunità autonome hanno poste a questo tipo di distributori, quando in Francia e in Belgio già il 20% delle stazioni di servizio sono “fantasma”, e in Finlandia, Svezia, Svizzera e Danimarca addirittura la metà (il che non vuol dire però che si tratti necessariamente della scelta migliore).
Fino ad oggi nell’Arcipelago la Dirección General non ha ricevuto nessuna richiesta per un’attività di questo tipo, e allo stato attuale non ne esiste NESSUNA. Ci sono comunque già diversi distributori dove è possibile farsi il rifornimento da soli, il pagamento va però effettuato alla cassa.
Le Canarie vogliono che le “gasolineras fantasmas” siano sorvegliate da una persona addestrata, perché tutte le stazioni di servizio devono essere sicure e vi si devono proteggere i diritti degli utenti e dei consumatori.
Una deputata di Podemos pensa che l’assenza di personale, oltre a mettere a rischio 3.500 posti di lavoro (sarebbero 30.000 in tutta la Spagna), impedisca di poter far valere i diritti per i reclami e soprattutto non assicuri l’accessibilità a tutte le persone, mentre, dall’altra parte, un deputato del PP, fa notare che le “gasolineras fantasmas” si sono già diffuse in molte altre zone dell’Unione Europea.
Un responsabile del settore economico ha fatto anche notare che se all’Arcipelago arrivano i “distributori fantasma”, gli imprenditori esistenti potranno trovarsi obbligati a ridurre il personale per poter restare competitivi.