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    Riproponiamo un grande italiano: Indro Montanelli

    A grande richiesta riproponiamo un grande italiano: Indro Montanelli

    indro-montanelliIndro Montanelli (Fucecchio  22 aprile 1909 – Milano 22 luglio 2001)

    Forte di ben due lauree, una in scienze politiche e l’altra in giurisprudenza, inizia la sua carriera in Francia come reporter  di Paris Soir.

    Poi lo troviamo per il Messaggero inviato in Spagna, dove critica il regime franchista senza peli sulla lingua, cosa che gli vale il rimpatrio, e anche l’espulsione dal partito e dall’albo professionale.

    Tornato in Italia, riottiene la tessera di giornalista e inizia la collaborazione con il Corriere della Sera.

    Nel 1944 l’antifascismo lo fa finire a San Vittore: condannato a morte dai nazisti, si salva dalla fucilazione solo grazie all’intervento dell’arcivescovo di Milano.

    Il Corriere negli anni ’70 vira a sinistra,  e Indro fonda con alcuni colleghi “Il Giornale Nuovo”, quello che oggi è il Giornale (ma era “Il Giornale di Montanelli”).


    Il 2 giugno del 1977 gli sparano alle gambe (il Corriere rancoroso e senza vergogna titola: “Gambizzato un giornalista”).

    Il Giornale, dopo un iniziale successo di vendite, comincia a perdere copie, e viene così rilevato da Silvio Berlusconi.

    Una delle sue celebri frasi: «Ci vorrebbe da parte di una certa borghesia lombarda, che si sente defraudata dal suo giornale, un gesto di coraggio, di cui però questa borghesia, capace in fondo solo di brontolare, non è capace»

    https://it.wikipedia.org/wiki/Indro_Montanelli

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