di Loris Scroffernecher
Questo mese l’arca del mistero si sposta in un’altra isola per portare alla luce un evento unico nel suo genere per la grande rilevanza dei protagonisti. Tutto avviene circa dieci anni fa, quando la base militare della contraerea di Gran Canaria e la base aeronautica di Gando organizzano un’esercitazione congiunta nella zona tra Sardina del Norte e la gola de Juncal.
Dovuto alla partecipazione di vari aerei F18 tutta l’area di manovra era stata interdetta al traffico aereo civile, mentre a terra erano stati preparati i migliori dispositivi di rilevamento disponibili nella base della contraerea.
Durante le fasi di preparazione uno dei radaristi testando una delle camere con maxi zoom rileva un oggetto in movimento tra l’isola di Tenerife e la sua posizione, dalle rilevazioni sembra essere un oggetto ovale, metallico, di colore grigio con una dimensione intorno ai 30 metri. L’oggetto si stava muovendo lentamente e sembrava provenire dalla zona di Anaga a Tenerife, già famosa per molti casi di avvistamenti UFO.
Avvisando subito i superiori dell’oggetto, venne ordinato un completo monitoraggio utilizzando ogni mezzo disponibile, e secondo la procedura standard della contraerea iniziano subito a fare una verifica radar. Con sorpresa di tutti i presenti, quando le onde radar vengono rifratte dall’oggetto dimostrando quindi che si trattava di qualcosa di solido, l’aeronave all’improvviso si ferma e resta immobile, per riprendere poi la sua rotta pochi secondi dopo.
Per determinarne la distanza corretta viene utilizzato uno strumento laser di precisione e anche in questo caso il fascio di luce invisibile al toccare l’oggetto produce un immediato arresto del non identificato, che si calcolò trovarsi ad una distanza intorno ai ventisette chilometri.
I sensori termici invece diedero un risultato piuttosto strano, in quanto non rilevarono nessuna fonte di calore proveniente dall’oggetto e questo fece concludere agli addetti dei rilevamenti che non avesse una propulsione convenzionale.
Mentre da terra si cercava di identificare il velivolo, la traiettoria dell’oggetto lo fece entrare nello spazio aereo chiuso e questo diede la possibilità ai caccia militari di alzarsi in volo per verificare da vicino l’origine del non identificato, purtroppo però, prima che gli f18 potessero arrivare alla zona, il mezzo iniziò una risalita rapidissima verso il cielo e in pochissimi secondi sparì dalla vista e dalle strumentazioni.
Considerando la professionalità dei partecipanti all’esercitazione risulta evidente che non si trattava di un’illusione ottica, il pianeta Venere o un pallone aerostatico, in quanto interagiva con le strumentazioni, quindi l’unica domanda che potrebbe ancora reggere sarebbe: si tratta di qualche mezzo sperimentale umano con una tecnologia così superiore a quella convenzionale da diventare impossibile identificarlo, o invece si tratta di tecnologia non umana?