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    Alla ricerca di Federico García Lorca

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    di Ilaria Vitali

    La ricerca di Federico García Lorca, o di ciò che ne rimane, è una questione che si trascina da tempo.

    All’alba del 19 agosto del 1936, in una Spagna devastata dalla guerra civile, i militanti del CEDA (un movimento politico di destre autonome spagnole) fucilarono il grande poeta spagnolo ad Alfacar, Granada, perché schierato apertamente con le forze repubblicane, ma anche, secondo documenti della Polizia di Granada recentemente resi noti, perché accusato di omosessualità e massoneria.

    Il suo corpo non venne mai ritrovato, fatto che generò non poche perplessità sui dettagli dell’esecuzione, ma si suppose fosse stato gettato in una fossa comune nella zona dell’omicidio, insieme ai corpi del maestro repubblicano Galindo e dei due anarchici Galadi e Arcollas.

    Nel 2009 le autorità andaluse condussero diversi studi per il ritrovamento della fossa, che venne di fatto individuata grazie all’utilizzo di un georadar che evidenziò non solo la presenza di una grande sepoltura ma anche quella di 6 corpi.

    Fu in quell’anno che iniziarono gli scavi che vennero però interrotti successivamente per mancanza di fondi.


    La delicata operazione, che riguardava circa 200 metri quadrati di terreno, sarebbe dovuta durare diverso tempo.

    A settembre 2012 il Tribunale di Granada archiviò definitivamente il caso, determinando così l’interruzione di qualsiasi attività di ricerca.

    E ora, a distanza di 4 anni esatti da quella sentenza, le indagini si riapriranno grazie all’associazione Regreso con Honor e al ricercatore Miguel Caballero, che sono riusciti ad ottenere i permessi dal Dipartimento dell’Ambiente dell’Ayuntamiento di Alfacar.

    Un team di archeologi darà inizio ai lavori il 19 di settembre, cominciando dalla rimozione del materiale di riempimento della fossa per mezzo di un escavatore messo a disposizione dal sindaco di Alfacar Fatima Gomez.

    L’operazione dovrebbe richiedere approssimativamente 7 giorni, dopo di che si procederà con l’individuazione dei cosiddetti “pozzi” dove si troverebbero i resti di García Lorca e delle altre vittime dell’esecuzione per effettuarne il loro recupero.

    Forse si è davvero alla chiusura della lunga vicenda Lorca e alla degna sepoltura che il poeta merita.

    O forse no.

    “Care aquile,” chiesi,

    “dove sta la mia sepoltura?”

    “Nella mia coda,” disse il sole.

    “Nella mia gola,” disse la luna.

    Sui rami dell’alloro

    vidi due colombe nude.

    L’una era l’altra

    ed entrambe nessuna”

    da Cassida delle Colombe oscure – Federico García Lorca

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