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    La conta dei danni dopo una tempesta tropicale

    immagine-meteoweb-eudi Franco Leonardi

    Alle Canarie il sole splende per buona parte dell’anno ma quando arriva una tempesta tropicale a risentirne per prime sono le infrastrutture, spesso inadeguate a sopportare un improvviso flusso di acqua.

    L’inefficienza delle fognature provoca inondazioni copiose, i terreni che franano interrompono la circolazione sulle strade, le gallerie si allagano causando la paralisi del traffico, le colture subiscono danni in grado di mettere in ginocchio l’intera economia e l’arcipelago attraversa un periodo di forte crisi e disagi.

    I blocchi stradali influiscono notevolmente sulla produttività delle aziende, i cui dipendenti si trovano spesso impossibilitati a raggiungere i posti di lavoro per diversi giorni mentre le società di guaguas registrano un calo considerevole che pesa sui bilanci.

    Le piccole attività come bar e ristoranti possono perdere diverse migliaia di euro in pochi giorni a causa della mancanza di passaggio o peggio di allagamenti che ne obbligano la chiusura.

    Il nubifragio occorso nel 2015 a Tenerife, per esempio, in soli termini economici ha presentato un conto da capogiro: 2 milioni di euro per danni alle strade, 1 milione per danni a case e auto, 1 milione relativo al sistema fognario, 2 milioni di euro per danni all’agricoltura e 500 mila euro i danni al settore turistico.

    Cifre inaccettabili considerando che negli ultimi anni la possibilità che una tempesta tropicale colpisca l’arcipelago è piuttosto realistica, a causa dei significativi cambiamenti climatici.


    Le acque che bagnano le isole Canarie e che limitavano il formarsi delle tempeste tropicali, hanno subito un innalzamento delle temperature e un aumento della salinità a causa dello scioglimento di numerosi ghiacciai della Groenlandia.

    Fatti riconosciuti che fanno della mancanza di lungimiranza non solo la chiave di volta, ma soprattutto una grave lacuna.

    Adeguamento delle reti fognarie, rinforzo di pareti a rischio smottamenti, progettazione e realizzazione di scarichi adeguati per le acque piovane, sarebbero le prime azioni fondamentali per poter non solo limitare i danni ma evitare la paralisi di un’isola.

    Senza dimenticare, mai, che a causa di inadempienze e superficialità qualcuno ci ha anche rimesso la vita.

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