Dopo otto mesi dalle elezioni austriache, seguite dal ballottaggio scandaloso, annullato dalla Corte Costituzionale, a causa di molteplici irregolarità verificatesi in occasione dello scrutinio dei voti per corrispondenza e indetto nuovamente per il 4 dicembre; a quasi un mese dalle elezioni che hanno visto vincitore il Donald più famoso al mondo, che non è il venditore di hamburger, ancora si sentono i più disparati commenti da parte di giornalisti, attori, cantanti ed anche politici nostrani: ce ne hanno raccontate proprio di tutti i colori, addirittura sembrava di essere ritornati ai sex gates stile Berlusconi o vecchia famiglia Kennedy…
Ho trovato in giro per il web qualche “perla” del dopo Trump e ve la propongo, giusto per farsi due risate e per capire con chi si ha a che fare giornalmente.
“Per la sinistra anti renziana Trump ha vinto perché la Clinton non era un’alternativa abbastanza di sinistra. Se al suo posto avesse corso Sanders le cose sarebbero state diverse, ha detto quel genio della politica che si chiama Pier Luigi Bersani, notoriamente specializzato in vittorie.
Ma Sanders non è stato capace neppure di conquistare la nomination, è stato ampiamente battuto proprio dalla Clinton! Pensare che un candidato che si definisce apertamente “socialista” possa avere qualche seria possibilità di conquistare la Casa Bianca vuol dire non capire assolutamente NULLA dell’America! Dicono: “Trump terrorizza la gente dicendo che gli immigrati rubano il lavoro ai locali”. Storicamente tutti i paesi hanno favorito l’immigrazione nelle fasi in cui la loro economia aveva bisogna di un maggior numero di lavoratori, l’hanno contrastata in fasi diverse. Favorire l’immigrazione nelle fasi di stagnazione vuol dire davvero creare le condizioni di una guerra fra i poveri, esattamente quello che stanno facendo i governanti della UE, ed in particolare dell’Italia. Negli USA vige la divisione dei poteri, il Presidente non può fare quello che vuole. Comunque, chi teme provvedimenti liberticidi dovrebbe per lo meno aspettare che il neopresidente cerchi di vararne qualcuno, prima di bloccare autostrade e ferrovie. Non è difesa della democrazia, è rifiuto del suo meccanismo fondamentale. Si può votare, ma dobbiamo vincere noi. Questo il messaggio che i nobili ragazzotti che sfilano nelle città americane lanciano all’America, e al mondo. Già in occasione della vittoria della Brexit si è assistito ad uno spettacolo simile. Manifestazioni e cortei, raccolta di firme per annullare il referendum, richiesta di indirne uno nuovo, e poi magari un altro, ed un altro ancora sino a quando la Brexit non fosse stata sconfitta. Fino all’ultima, incredibile giravolta: l’alta corte stabilisce che a decidere sulla Brexit deve essere il parlamento! Prima si era deciso di dare la parola agli elettori. Se qualcuno riteneva non costituzionale una simile prassi poteva, allora, prima delle operazioni di voto, chiedere che il referendum non si facesse. Ma lorsignori erano convinti che il popolo bue avrebbe votato per la cosiddetta “Europa”, ed il referendum si è fatto. Però, sorpresa! Vincono i barbari contrari alla UE, ed allora l’alta corte decide che no, sulla Brexit il popolo non può avere voce in capitolo, deve decidere il parlamento. La logica è sempre la stessa: si vota ma il risultato vale solo se vinco io.” [cit. G. Bernardini]
“E’ triste considerare che la qualità della civiltà degli uomini liberi è sempre andata di pari passo con la stampa libera che forgiava opinioni pubbliche di livello migliore, le quali a loro volta premiavano giornalisti di qualità superiore. Poi è arrivata la scuola pubblica a inquinare i pozzi della civiltà e del pensiero critico. Oggi siete una concausa e un effetto del decadimento intellettuale e morale di interi popoli con quelli europei in prima fila. Questa elezione americana non passerà alla Storia per la vittoria di Trump e la sconfitta della Clinton, ma per aver messo in luce quanto i fondamenti della filosofia libertaria, che basa tutta la produzione legislativa sul principio di non aggressione, diventino sempre più irrinunciabili man mano che si procede verso società sempre più numerose e complesse.” [cit. M. Gargaglione]
Ed ora attendiamo i risultati del Referendum italiano, (stesso giorno del ballottaggio in Austria) la “farsa” del 2016, staremo a vedere se anche in Italia ci saranno i ragazzotti che tireranno pietre al domani dei risultati del sì o del no. Ma soprattutto staremo a vedere le “perle” di saggezza o gli “strafalcioni” che saranno detti e ripetuti fino alle feste del Natale, dopodiché tutti in vacanza e l’anno nuovo sarà… un altro giorno.