di Laura Paolini
L’allarme arriva dall’Asociación Tinerfeña de Amigos de la Naturaleza (ATAN) che denuncia che i visitatori ammessi nell’area La Rambleta, sul picco del Teide, sono troppi rispetto ai limiti stabiliti.
La Rambleta è l’area geografica canaria con il maggior livello di protezione legale di tutto l’arcipelago, accorgimento indispensabile per la tutela delle sue caratteristiche naturali.
Il limite massimo stabilito in un accordo del 2000 è di 150 persone ammesse in quello che è lo spazio che riguarda il cratere del Teide, il punto di osservazione di Pico Viejo e i sentieri che portano al rifugio Altavista, area raggiungibile solo mediante funivia.
Dopo numerose lamentele degli stessi visitatori che si sono trovati letteralmente stipati in un area a spazio ristretto, l’associazione ATAN ha avuto modo di constatare che soprattutto nei mesi di luglio e agosto il numero delle persone ammesse al picco del Teide non solo è stato superiore ai 150 stabiliti, ma in alcuni casi è stato esattamente il doppio.
Il mancato rispetto del limite previsto rappresenta un serio pericolo per l’ambiente e per gli stessi visitatori; il problema principale è quello della proliferazione di specie esotiche introdotte accidentalmente dalle calzature e da materiali portati dai visitatori e che potrebbe rivelarsi fatale per l’ecosistema naturale della zona.
Se una volta si poteva osservare solo la violetta del Teide, ora sono stati segnalati avvistamenti di altre specie non autoctone, mai viste prima.
L’eccessivo numero di visitatori causerebbe inoltre un insolito stress al suolo, in grado di produrre cambiamenti nel livello naturale di erosione, e un abbandono superiore di rifiuti.
Il rappresentante dell’associazione ATAN ha fatto formale richiesta dei dati specifici del Parque Nacional e della Teleferica senza ottenere alcuna risposta, così come è stato sollecitata l’adozione di misure cautelative nel rispetto dell’area naturale direttamente al dipartimento di Medio Ambiente del Cabildo, visto che la zona è sotto responsabilità governativa.
Con i rischi paventati dall’associazione, un ripristino delle regole di salita al picco del Teide è quanto mai doveroso.