La storia dell’inquisizione alle Canarie:
la caccia alle streghe
di Ilaria Vitali
L’inquisizione alle isole Canarie operò inizialmente più come organo di controllo sul variegato tessuto sociale composto da coloni ispanici, mori ed ebrei, che come strumento repressivo.
Ma con la diffusione di pratiche legate alla stregoneria il Santo Oficio cominciò a prendere drastiche misure nel terrore che i culti pagani prendessero piede nella nascente comunità delle isole.
Nel 1524 iniziò una vera e propria caccia alle streghe, per cui l’inquisizione si rese famosa molto tempo prima in Spagna e nel resto dell’Europa.
La prima vittima del Santo Oficio fu un ebreo portoghese residente a Tenerife ma fu Ana Rodríguez, giustiziata poco dopo l’ebreo, a essere la prima strega messa al rogo.
Erano per lo più donne a praticare atti scaramantici di stregoneria per ricostruire amori, propiziarne altri, vendicare torti subiti o guarire malattie incurabili.
La figura della donna all’epoca era già vista con profondo sospetto da parte della Chiesa, che considerava l’essere femminile una creatura in grado di soggiogare e influenzare malcapitati fedeli cristiani per scopi malvagi.
Le donne erano il simbolo vivente del peccato, non stupisce quindi che qualsiasi gesto bizzarro compissero, venisse tradotto come atto di pura stregoneria.
Ma fu in particolare nelle isole Canarie, più che altrove, che le donne, depositarie di antiche pratiche aborigene, vennero accusate, perseguitate e uccise.
Atti di magia erotica, suzione del sangue di innocenti bambini, balli scatenati nelle notti di luna piena, trasformazione in animali per muoversi indisturbatamente tra la folla, utilizzo di lingue sconosciute e misteriose, queste erano le accuse più frequenti, spesso estorte con torture indicibili e punite con la morte al rogo.
Di 368 casi di cui si ha notizia, ben 327 coinvolgevano donne e solo 41 uomini; le isole Canarie detengono la più alta percentuale di donne accusate di stregoneria rispetto a tutte le zone sottoposte al controllo della Corona ispanica, se si esclude l’Andalusia dove si trova una percentuale che molto si avvicina a quella canaria.
La caccia alle streghe, che ha caratterizzato qualcosa come 500 anni di torture e stragi, passò nell’arcipelago con l’intento di cancellare quel poco che era rimasto degli antichi rituali guanches.
Ma l’inquisizione, a dispetto dei suoi metodi cruenti, non è riuscita a distruggere del tutto né la superstizione popolare né una parte dell’antico patrimonio culturale che tutt’ora vive nell’arcipelago.