di Anita Caiselli
El Barranco de Santos è uno dei luoghi più emblematici di Tenerife che ha assistito ai più importanti passaggi storici dell’isola.
Il barranco, o burrone, è una formazione tipica che si trova frequentemente nelle isole dell’arcipelago, si presenta con varie lunghezze e profondità e quando le piogge sono copiose può arrivare a riempirsi fino ad esondare.
Il Barranco de Santos nasce a Jardina, La Laguna, come un semplice fossato che correndo a valle, lungo il suo percorso nella zona conosciuta come “orejas de burro” (orecchie d’asino), si amplia assumendo la caratteristica di un vero e proprio burrone circondato da vegetazione lussureggiante.
Prosegue tra bellissimi alberi di drago e grotte un tempo abitate fino al punto dove viene chiamato Barranco de Jardina, nella zona nota come Cruz del Camino.
Scende infine fino a Tabares, dove assume il nome che porta, infilandosi tra i quartieri Cuesta de Arguijón, Becerill e Cuesta de Piedra fino a compiere un salto che provoca la formazione di una cascata chiamata “cola de caballo”.
Il Barranco de Santos attraversa quindi Santa Cruz de Tenerife per finire la sua corsa nell’Oceano Atlantico, la zona considerata il luogo dello sbarco dei conquistadores che occuparono Tenerife.
Nella zona chiamata ora Mercado de La Laguna, un tempo si trovavano i vecchi macelli comunali che per decenni hanno buttato nel barranco sangue, viscere e scarti di animali macellati, creando miasmi insopportabili, sciami di mosche e vere popolazioni di topi.
Al tempo della conquista è proprio in prossimità dell’attuale Barrio Becerril che vennero confinati i primi schiavi per essere poi deportati nei mercati di Siviglia e Valencia.
Secondo alcuni studiosi il barranco ospitava diversi mulini ad acqua, dei quali sopravvivono ancora oggi alcuni resti, e l’acquedotto della comunità, vero e proprio gioiello etnografico oggi lasciato in rovina.
All’interno del barranco sono state ritrovate numerose mummie Guanches, segno inconfutabile che la zona è stata un importante centro di popolazione aborigena in epoca pre conquista.
La radicata presenza dei Guanches ha dato il nome Santos al Barranco, in riferimento alle numerose tracce di idoli pagani di epoca aborigena, los Santos Guanches.
In seguito la mano spagnola tentò di cancellare in ogni modo le tracce guanches con la costruzione di eremi cattolici e la conversione delle grotte appartenute agli aborigeni a luoghi di fede cristiana.
Un gesto irriverente che molti locali pensano sia stato vendicato con la terribile tragedia degli anni ’50 verificatasi nel tratto chiamato Barranco Aragúy.
Una sporgenza di roccia basaltica si ruppe improvvisamente precipitando su diverse caverne e baracche abitate e causando morti e feriti.
Nel corso del tempo, e in seguito a quell’evento, il Barranco de Santos, da sempre abitato, ha cominciato a spopolarsi, lasciando spazio solo ad alcuni disperati in cerca di rifugio tranquillo.