Spigolature
di Andrea Maino
Eccipienti
Sembra impossibile eppure c’è stato un giorno in cui eravamo più felici, nelle notti di luna piena passeggiando lungo il fiume tra surreali paesaggi di pietra e argentee superfici illuminate.
E poi improvvisamente, colori, musica, gentilezze, amicizia, amori e sempre si rideva.
Oggi molti di noi sono prigionieri nei templi della città che ci circonda, e come i templi sono fermi. Forse solo un po’ riescono a contemplare e amare la vita e il loro modo di viverla.
E forse anche noi tutti siamo ormai dei guerci e non ci consola molto sapere che in un popolo di ciechi il guercio impera. O siamo come a Manhattan, circondati da grattacieli immensi che non ci permettono di vedere l’orizzonte, esiste solo l’isolato dove ci troviamo, dopo i palazzi il nulla.
E comunque, oggi, pare che non abbiamo più diritti, anche se attraversiamo sulle strisce pedonali.
Siamo come eccipienti.
Per conoscere il nostro destino non riusciamo più a forzare gli avvenimenti, abbiamo l’impressione di inquinare la via, già piena di pattumiera, che percorriamo.
Siamo arrivati al punto di imbucare la cartolina dove al posto dell’indirizzo scriviamo: “…per chi vuole il postino…”.
Come un re Mida al contrario, oggi tutto l’oro che tocchiamo pare diventi ferro.
Ci sentiamo legati a troppe cose e contemporaneamente non legati a niente.
Vorremmo una libertà che non abbiamo e contemporaneamente vorremmo essere prigionieri di un’amore totale.
Oggi non amiamo, non desideriamo, non siamo.
Seduti sulla riva del nulla aspettiamo che passi un fiume di niente.
Oppure è meglio che cominciamo a collezionare francobolli?
Ma c’è più nobiltà nella sconfitta che nella vittoria, dunque dobbiamo reagire consapevoli che possiamo ancora scrivere un indirizzo reale sulla cartolina.
Diventare principi attivi è più interessante che impossibile, più entusiasmante che difficile, più insolito, singolare, originale che inattuabile.
Usciamo.