Si facevano una grigliatina mentre scommettevano nel combattimento di cani a Güímar
Mentre alcuni arrostivano costine e cuocevano patate, gli altri scommettevano intorno a un recinto di una decina di metri quadri come si sarebbero sbranati i cani, quasi tutti pit bull e bardinos (NdR Il Bardino Majorero o Perro Majorero è una razza canina autoctona dell’isola di Fuerteventura).
Erano le 8.30 di sabato sera quando una ventina gli agenti della polizia nazionale arrivati appositamente dalla penisola, hanno interrotto quella che sembrava una festa in un chalet isolato a La Medida, nel municipio de Güímar. La Policía Nacional ha registrato e perquisito la ventina di individui che sono stati arrestati, mentre un gruppo di veterinari si prendeva cura di una dozzina di cani, tre dei quali con ferite abbastanza gravi post combattimento, che furono poi trasferiti il giorno seguente dalla Policía Local di Güímar ad un rifugio specializzato di animali nel sud dell’isola.
Nonostante la polizia continui a mantenere il riserbo sull’operazione, evidentemente non ancora completata, si è potuto però sapere che fra gli arrestati (sono fra 18 e 21), ci sono spagnoli della penisola e abitanti sia di Gran Canaria che di Tenerife, uno dei quali abitante a Güímar lavora addirittura nella Policía Local di Adeje ed è il responsabile di una finca in Valle San Lorenzo (Arona), dove teneva una grande quantità di cani da combattimento, che è stata anch’essa sequestrata ieri, ed è stata fatta una perquisizione a El Ortigal (La Laguna), in casa di un noto allevatore di cani. Le unità speciali della Policía Nacional sono arrivate venerdì scorso sull’isola con l’obiettivo di smantellare una rete di scommesse illegali legata ai combattimenti di cani che opera a livello nazionale e che avrebbe dovuto avere sei locations sull’isola, delle quali ne sono state trovate già tre (Güímar, El Ortigal y Arona).
Lo chalet di Güímar era stato, sembra innocentemente, affittato a un signore di quarant’anni di buon aspetto, che l’aveva richiesto per realizzare una festa con i suoi amici di Las Palmas. L’affitto era concordato per sabato e domenica, però normalmente il proprietario gli aveva permesso di entrare già di venerdì sera sul tardi.
Lo chalet è un edificio isolato a cui si arriva per una stradina asfaltata piena di curve, larga appena da far passare una macchina. Gli scommettitori in arrivo dovevano seguire un adesivo messo a partire da Güímar sui contenitori delle immondizie, per evitare che qualcuno si perdesse per strada e non arrivasse in tempo allo “spettacolo”!
Sembra che gli stessi poliziotti siano rimasti scioccati quando hanno trovato sul posto dentro un sacco dell’immondizia il cadavere di un bardino che, per come era messo, non doveva essere morto da più di 48 ore, certamente era rimasto ucciso in un combattimento. Era un vero scenario dantesco, con una serie di sedie tutte intorno al ring e una specie di anticamera con biscotti, cioccolatini e birre, come essere al cinema a vedere un film horror.
I combattimenti clandestini di cane purtroppo si sa bene che esistono alle Canarie. Le associazioni per la protezione degli animali conoscono molto bene questa pratica illecita che almeno a partire dall’anno scorso, dopo la modifica del Código Penal, comporta pene di reclusione in carcere, mentre prima si rischiava molto poco. La presidentessa della Federación Canaria de Asociaciones Protectoras de Animales y Plantas (Fecapap), Niria Naranjo, spiega che loro sanno tutto quello che succede sull’arcipelago, però nella maggior parte dei casi si viene a sapere quello che è successo solo dopo che si è verificato, e questo complica di molto il lavoro della polizia anche se viene denunciato.
(courtesy Diario de Avisos)