Un team di scienziati avrebbe individuato una nuova specie di batteri dopo l’eruzione del 2011 del vulcano Tagoro. Verso la fine del 2011 il Tagoro, il vulcano sottomarino dell’isola di El Hierro, eruttò per 138 giorni, interessando una superficie di nove chilometri quadrati sul fondo dell’oceano.
L’eruzione diede origine a un nuovo cono vulcanico sottomarino e a una distesa di depositi lavici per oltre 1000 metri di profondità, cambiando significativamente la morfologia della zona.
L’aumento della temperatura delle acque, rendendole più torbide e acide, determinò una carenza di ossigeno improvvisa che, unitamente all’emissione di fluidi e gas a elevate temperature ricchi di metalli, hanno influenzato significativamente l’ecosistema dell’area.
Al fine di verificare quanto fosse stata modificata la vita sottomarina in seguito all’eruzione, nel 2014 la nave Angeles Alvariño dell’Instituto Español de Oceanografía di Madrid scandagliò le acque utilizzando un ROV, ovvero un veicolo subacqueo a controllo remoto, raccogliendo così campioni e immagini dell’area interessata dall’evento vulcanico.
I ricercatori si accorsero immediatamente che i nuovi giacimento di lava erano stati colonizzati da una moltitudine di forme di vita, tra i quali una nuova specie di batterio definito inizialmente cabello de Venus, in riferimento alla sua particolare forma filamentosa bianca.
Il team internazionali di scienziati ha rinominato questa nuova specie batterica Thiolava veneris, indicandola come il primo batterio associato all’attività vulcanica sottomarina e mai descritto fino a quel momento.
La nuova specie risulta molto versatile e in grado di adattarsi quindi a condizioni estreme con particolare plasticità metabolica, fatto che consente di ottenere nutrienti ed energia in luoghi dove altri esseri viventi non potrebbero sopravvivere.
Il Thiolava veneris è stato definito come molto simile a un’altra classe batterica marina del genere Thioploca della classe dei Gammaproteobacteris.
L’importanza della scoperta si lega alla singolarità dell’evento, visto che la maggior parte delle eruzioni vulcaniche sottomarine avviene nelle dorsali oceaniche e favoriscono la migrazione di specie estremofile, come quella del nuovo batterio, verso altre zone.
La presenza inspiegabile del Thiolava veneris rappresenta motivo di sorpresa per i geologi che hanno rilevato inoltre che la ricolonizzazione del fondo marino ha portato alla nascita di un nuovo ecosistema che dipende proprio dalla nuova specie con la quale formano una vera e propria catena alimentare.
di Marco Bortolan