Nella sola provincia di Santa Cruz de Tenerife sarebbero oltre 400.000 le multe non pagate dal mese di novembre 2015, questo secondo i dati forniti dalla DGT, Dirección General de Tráfico.
Se si aggiungono quelle relative agli automobilisti di Tenerife, La Palma, La Gomera e El Hierro si raggiunge la impressionante cifra di 742.763, vale a dire la metà delle vetture presenti sull’arcipelago.
Benché il numero degli autisti morosi al volante delle isole occidentali sembri elevato, tuttavia è uno dei più bassi di tutto il paese.
La maggior parte di multe che la DGT non è riuscita ad incassare si localizzano infatti a Madrid con 2.219.655, seguita da Siviglia con 1.170.395 e Malaga con 1.145.331.
Se il dato viene considerato in proporzione alla quantità di autoveicoli presenti in ciascuna provincia, Madrid, le isole Baleari e Melilla appaiono come coloro che detengono il primato di multe ancora in sospeso.
Le insolvenze, come sottolinea la DGT, hanno avuto un notevole impatto sulle entrate dell’ente, dimostrato dal passaggio da 458 milioni di euro nel 2011 di fatturato a 389 milioni nel 2013; nella sola Santa Cruz il dato è passato da 10,8 milioni nel 2011 a 8,6 milioni nel 2014 e nel primo semestre del 2016 il fatturato contabilizzato è stato di appena 1,7 milioni di euro, derivante da infrazioni riscontrate dai radar fissi e mobili.
Il totale delle multe non riscosse è pari a 471 milioni di euro e l’Agenzia delle Entrate ha stabilito di raccogliere almeno 51 milioni di essi considerando che per i reati prescritti da oltre 4 anni non vi è più nulla da fare.
Il ritardo delle varie amministrazioni provinciali nella riscossione delle multe è uno dei fattori che spiega l’ammanco a bilancio, considerando che a Tenerife ci vogliono almeno 187 giorni mentre a Melilla ne occorrono ben 401.
Le multe riguardano per lo più eccessi di velocità, guida senza patente, senza cinture di sicurezza, guida utilizzando telefoni cellulari e guida sotto l’effetto di alcool o droghe.
Santa Cruz risulta infine la provincia dove sono avvenute più contestazioni, vale a dire 881 nel 2016 pari al 18% dei ricorsi nazionali.
dalla Redazione