Una mattina alla riva del mare di Santa Cruz un pescatore mi narrò che se avessi trovato un pezzetto di legno, logorato dal tempo, avrei dovuto conservarlo poiché poteva essere un resto della barca sulla quale navigò Gesù.
Questa leggenda mi ritorna nella mente, adesso, in aeroporto, riprendendo il viaggio di ritorno che mi riporta in Italia, dopo una vacanza di oltre un mese nell’isola di Tenerife che mi ha ritemprato nel fisico e nel morale con l’ardente desiderio di ritornarci, a Dio piacendo.
Vorrei continuare a sognare e gioire dei bei luoghi e dei bei ricordi accumulati nel tempo ma inesorabilmente i motori dell’aereo rullano sempre più intensamente e l’aereo lentamente (si fa per dire) decolla e si solleva da terra per ricondurmi alla realtà. E’ come un sogno che ti fa svegliare troppo presto ma che desideri continuare all’infinito perché “è il tuo sogno” poiché sai che sei “anziano”, perché non hai ancora molto tempo davanti a te e perché sai che l’imponderabile e l’incognito sono sempre in agguato e tutto potrebbe spezzarsi da un momento all’altro.
Ormai siamo in alto, molto in alto e le nuvole ci impediscono di ammirare Teide, la catena montagnosa che, come una mamma, accarezza e protegge la Città, gli abitanti, i suoi figli prediletti che, residenti o turisti, godono della sua maestosità abbracciandoli e donando loro sicurezza e riparo da elementi di disturbo sia naturali che sociali, assicurando tranquillità e benessere a tutti coloro che amano guardare “in alto” con saggezza ed amore verso il prossimo, che amano girarsi indietro per attendere e porgere una mano a chi è in difficoltà nel cammino della vita o non riesce a mantenere il passo con chi è più intraprendente e preparato in quanto ha difficoltà fisiche o culturali che gli impediscono di essere spedito ed audace in una società sempre più velocizzata e tecnicamente evoluta ma solo per coloro che hanno una preparazione mentale e culturale che impedisce “ai lenti” di mantenere il passo e stare al fianco “dei migliori”.
Ecco perché amo Santa Cruz, una società poliedrica che non rifiuta nessuno dove tutti hanno il dovere di rispettare i suoi ritmi, di ambientarsi agli usi e costumi dell’isola, che trae la sua forza ed il suo virgulto da epoche passate di guerre, di carestie, di oppressioni, dove la legge del più forte cacciava i più deboli ed annientava chi era contrario al dispotismo ed alla tirannia mentre la libertà è un dono che apprezzi di più quando non ce l’hai.
Oggi l’anziano che vive come residente o temporaneamente in quest’isola avverte un’aria sana, uno stile di vita semplice e laboriosa poiché ogni giorno Santa Cruz infonde energia nuova offrendo emozioni diverse.
L’aeroplano si allontana sempre più velocemente da Tenerife, così avverto un tonfo, quasi un vuoto che cerco di colmare con l’idea che ritornerò? ma quando? tra qualche mese? il prossimo anno?… ma bisogna anche vivere la vita pensando che il bello deve ancora arrivare perché la felicità è un percorso non una destinazione.
Mi rinfranca il pensare di essere pensionato, che mia moglie avverte lo stesso bisogno di ritornare, penso a tutto quello che lasciamo alle nostre spalle con la speranza di rivedere ancora Santa Cruz e chissà poi trasferirci in quest’oasi di pace che si trasforma, ogni giorno, in una storia nuova con accanto persone vere e sincere dove i ricordi sono come l’acqua del mare, bagnano sempre i nostri occhi rammentandoci che la felicità è farcela da soli, guardando con ottimismo e con un sorriso chi ci vive accanto, che vogliamo bene senza pretendere, poiché l’obiettivo non è la durata della vita ma la sua qualità e ce lo spiega James Flym, 82 anni, luminare della psicologia, affermando che l’intelligenza può acuirsi nel tempo perché il cervello è come un muscolo, più lo alleni più si rafforza e ciascuno di noi ha il potere di aumentare le proprie performance cognitive “ad ogni età”.
Infine, sono grato alla Redazione che ci permette di entrare nella vetrina dei sogni e dei desideri attraverso i ricordi e le speranze senza finalità commerciali ma unicamente per far ascoltare “una voce italiana” a chi vive lontano e far conoscere e rievocare momenti delicati della
propria esistenza.
di Giovanni Argenziano