L’intelligenza artificiale che sta cambiando il futuro del mercato del lavoro, sta per rivoluzionare anche quello della prostituzione, con robot che replicano le fattezze umane alla perfezione, inclusi una serie di servizi che li rendono le vere bambole del sesso di ultima generazione.
I robot, realizzati con materiali resistenti ai batteri e con texture che emulano la pelle umana, sono declinati in diversi colori e tratti somatici per soddisfare tutte le etnie e nazionalità e con movimenti, gesti facciali e addirittura gemiti da trarre in inganno chiunque.
In pochi decenni, secondo gli esperti, le prostitute robot potrebbero sostituire quelle umane.
Programmate per soddisfare qualsiasi desiderio del cliente, le bambole robot rappresentano un’evoluzione sofisticata di androidi in grado, se richiesto, di porre iniziali resistenze all’approccio, di alimentare l’autostima del cliente e di bisbigliare parole piccanti.
Sono gli ingegneri giapponesi ad alimentare questo nuovo mercato che si presenta come il nuovo business del secolo, lavorando su una gamma molto sofisticata di androidi che, data la forte richiesta, usciranno con caratteristiche non solo femminili ma anche maschili e transessuali.
Il futuro è già adesso, come testimoniano i numeri di robot già venduti non solo a privati danarosi, ma anche a bordelli di lusso, dove i clienti possono scegliere tra i numerosi modelli offerti.
Ma quanto costa avere nell’armadio un oggetto sessuale così completo?
I prezzi al momento sono ancora stellari, pari a 10mila dollari a robot, per il quale sono previsti servizi di pulizia e restauro in caso di utilizzo frequente.
Ma vi sono già produttori cinesi che, seguendo la tradizione che li ha resi famosi, lavorano a prototipi qualitativamente un po’ inferiori ma nel complesso soddisfacenti e, soprattutto, a prezzi più abbordabili.
C’è chi grida già allo scandalo, vedendo nei robot creati per il mondo della prostituzione un abominio culturale troppo spregiudicato per essere tollerato.
Ma attenzione, il risvolto di quella che sembra al momento solo un vizio per pochi, potrebbe avere degli effetti positivi di tutto rispetto, a partire dalla diminuzione della tratta di esseri umani e delle malattie sessualmente trasmissibili.
L’evoluzione del mondo della prostituzione, benché tolga lavoro alle più tradizionali lavoratrici e lavoratori del settore, potrebbe di fatto cambiare in maniera significativa il mestiere più antico del mondo.
I robot di nuova generazione, precisano gli ingegneri giapponesi, hanno uno scheletro articolato che consente loro più posizioni, tranne per il momento la deambulazione e i movimenti indipendenti, ma sono dotati di organi sessuali artificiali in grado di dare piacere, simulare orgasmi e coinvolgimento durante il loro utilizzo.
Presto, affermano, saranno in grado di sostenere una conversazione programmata e quindi di accompagnare milioni di esseri umani che, per motivi diversi, vivono una vita solitaria ed emarginata.
E di contro, aspetto non indifferente, le prostitute cibernetiche aprono nuovi orizzonti in termini di business e occupazione.
Asimov se la ghignerebbe soddisfatto, potrebbero pensare alcuni, ma la via verso le tre fondamentali leggi della robotica sono ancora lontane, almeno per quanto ne sappiamo.
Per ora i robot, oltre a lavorare in fabbrica e in laboratori, lavoreranno anche a letto.
di Ilaria Vitali