A distanza di trent’anni dalla dichiarazione di Bien de Interés Cultural, la Cueva de Bencomo sarà sottoposta ad un intervento di accurata pulizia, riparando così un’ingiustizia che perdura da troppo tempo in uno dei luoghi più emblematici di Tenerife, nonché dimora del penultimo Mencey guanche di Taoro.
Le operazioni di pulizia, di competenza dell’impresa Prored, che dovevano iniziare nella seconda metà del mese di agosto, sono state rimandate a settembre a causa della particolare ondata di calore che ha colpito l’isola.
Tre operatori saranno responsabili della prima fase di pulizia, che consiste nel ripristinare l’accesso della Cueva ed installare ganci di sicurezza per evitare rischi di cadute nel momento della rimozione degli strati ormai consolidati di sterco, accumulato negli anni in cui il sito fu utilizzato come riparo per il bestiame.
L’investimento per tutte le operazioni che si renderanno necessarie non supererà i 30.000 euro e i tempi previsti di durata dell’intervento saranno di circa 20 giorni, durante i quali non solo si procederà alla pulizia della Cueva ma anche a rilevamenti stratigrafici del suolo per verificare eventuali elementi archeologici particolarmente rilevanti per la storia canaria e del sito.
Come spiega il ministro del Patrimonio Josefa Mesa, è la prima volta in assoluto che si effettua un intervento di questo tipo e quindi non si esclude a priori che possano essere recuperati nuovi elementi storici o etnografici importanti, nel qual caso sarà il Gobierno de Canarias ad occuparsi di effettuare ricerche più approfondite coinvolgendo maggiori esperti.
I lavori di pulizia sono stati resi possibili anche grazie all’autorizzazione degli attuali proprietari della Cueva de Bencomo, gli eredi di Juan Baptista Hernández, di fatto titolari del sito BIC ma non tenuti alle operazione della sua manutenzione, di competenza del Cabildo.
La Cueva del Bencomo è un autentico tesoro archeologico costituito da due cavità naturali basaltiche unite da un passaggio, dove il re Guanche aveva eletto la propria dimora.
di Marta Simile