La moto uccide come non mai nelle strade dell’isola di Tenerife, stando agli ultimi dati riguardanti i mesi appena trascorsi.
La conclusione infatti di un’analisi effettuata su dati raccolti nella prima metà di quest’anno e relativi agli incidenti motociclistici con esito mortale, drammaticamente si presenta come la peggiore delle statistiche con un numero di decessi pari a tutto il 2016.
In particolare dal primo di gennaio ai primi di luglio a perdere la vita in moto sono state sei persone, senza considerare coloro che hanno comunque subito gravi incidenti con altrettanto gravi lesioni, benché il numero dei feriti sia la metà di quello riscontrato nel 2016, solo “32” rispetto ai 64 dello scorso anno.
A sconcertare sono invece i dati riguardanti le vittime cosiddette immediate, ovvero coloro che, percorrendo autostrade, strade convenzionali o strade cittadine, in seguito a impatto sono decedute nel giro di 24-48 ore; esistono poi altrettanto drammatici dati relativi a coloro che, a causa di gravissime lesioni interne, hanno perso la vita dopo diversi giorni di ricovero.
Il fenomeno, che preoccupa le autorità e le forze dell’ordine, anziché diminuire come sta avvenendo per quanto riguarda gli incidenti automobilistici mortali, consolida i propri terribili dati ed evidenzia che molto spesso le cause degli impatti non sono legate a incidenti con altri mezzi, bensì a cadute rovinose in corso di marcia.
Distrazione e poca dimestichezza con i mezzi sembrerebbero le principali ragioni alla base del fenomeno che, generalmente, riguarda uomini tra i 28 e i 40 anni alla guida delle proprie moto.
E alla luce dei numeri raccolti fino a luglio, sembra che la situazione sia destinata a peggiorare con un incremento quindi di decessi fino alla fine del 2017.
di Alberto Moroni