Che il turismo per l’Arcipelago rappresenti il cuore pulsante dell’economia non è una sorpresa, ma pochi conoscono i veri dati che dimostrano quanto il settore sia il volano di tutte le attività redditizie delle isole.
In particolare il turismo rappresenta oggi il 34% dell’economia canaria, balzo compiuto in sei anni dal 25% originario, e impiega quattro lavoratori su dieci, rispetto ai 3 del 2000.
Dal 2010 il turismo per l’economia canaria è cresciuto a un tasso annuo del 6%, rispetto allo 0,5% di tutta l’economia, mentre l’occupazione è aumentata del 4% su base annua media.
Le Canarie, con il 34,3% del PIB legato al turismo, sono la seconda comunità spagnola in cui quest’ultimo costituisce il volano di tutta l’economia, dietro alle Baleari dove raggiunge il 44,8% e rispetto soprattutto alla media spagnola generale che si attesta all’11,1%.
Ma anche in termini di posti di lavoro l’Arcipelago risulta essere la comunità più dipendente dal turismo, con il 39,7% contro il 13% di tutta la Spagna.
In particolare un rapporto commissionato su incarico del Gobierno delle Canarie, rivela che gli effetti diretti del turismo sul PIB regionale è del 20,9%, gli indiretti il 13,4% mentre l’occupazione diretta rappresenta il 29,2% del totale dei posti di lavoro, pari a 163.405.
Benché lo studio non analizzi l’andamento dei salari o la qualità degli impieghi, il trend generale del settore punta ad un miglioramento degli stipendi.
Tuttavia ci sono molte mezze verità circa la presunta precarietà generata dal turismo e uno studio in corso di ultimazione da parte di Exceltur riflette che i salari e le condizioni lavorative non sono poi così al di sotto della media europea, ma che anzi in alcuni aspetti la superano.
Exceltur, che è un’associazione di 23 aziende legate al settore del turismo, ha inoltre affermato che quest’ultimo ha generato nell’Arcipelago entrate per 2.123 milioni di euro, contro una spesa pubblica pari a 931 milioni di euro.
Ed è alla luce di questi significativi dati che è stata caldamente sconsigliata l’imposizione di una tassa di soggiorno e sollecitata una maggiore spesa a carico del Gobierno per il rinnovo di strutture e infrastrutture, con l’obiettivo di consolidare un settore che, non solo è cresciuto eccezionalmente, sia per propri meriti che per altrui demeriti, ma che è diventato il vero volano dell’intera economia.
Una tassa di soggiorno, ha detto il ministro del Turismo Isaac Castellano, genererebbe un segnale negativo per un settore dove non vi è alcun problema di sovradimensionamento né tantomeno di percezione dello stesso da parte della popolazione canaria, cosa invece avvenuta in città ad alto flusso turistico come Barcellona.
di Marta Simile