Leggo nell’editoriale di Leggo Tenerife di Novembre, nell’articolo “pro e contro”, che nei “CONTRO” sono indicati i dialetti.
A mio parere è un po’ un dire “accademico”, cioè fatto senza vera utilità pratica. I dialetti possono essere interessanti culturalmente oltre che fanno ormai parte da due secoli della nostra cultura: una piccola parte insomma della cultura citata nei PRO ad esempio.
Aggiungerei tra i PRO, legato al Clima, che conosco persone che amano l’Italia perché, nelle isole, gli mancavano le stagioni.. fosse anche la nebbia d’autunno o la neve d’inverno, fastidiose certamente, ma che danno un senso di ritmo di vita attivo non indifferente, anche solo per lamentarsi che è un po’ uno sport nazionale.
Sui PRO, sulla Sicurezza, avrei dei dubbi: almeno io che vivo in città, ogni giorno non devo “abbassare la guardia” se non voglio incorrere in “fastidiosi incidenti”.
Invece sui CONTRO inserirei uno stato sociale molto confuso, una tendenza crescente a diffidare ormai di tutti, un essere ormai diventati come il Tarsio, quella scimmietta piccolissima dagli occhi grandi, delle Filippine, che è talmente delicata e sensibile e paurosa che se la tocchi potrebbe morire di infarto o suicidarsi.
Poi io aggiungerei che se è vero che l’Italia è piena di cose da gustare, dai monti al mare ai musei e monumenti e alimenti, ecc.. è anche vero che ormai sempre più persone hanno meno soldi per gustarsi queste cose, il che crea un effetto contrario del piacere… si viene colti da una sorta di nervoso e tristezza per non poterne usufruire…
Dunque mi chiedo se è meglio stare in un deserto come gli Anacoreti senza “tentazioni” o a Eurodisney ma senza poter andare nelle giostre.
Andrea Maino