Provvedimento drastico, quello suggerito dal dipartimento dell’Ambiente delle Canarie circa le normative sulla caccia e nello specifico riguardo alle specie che si possono cacciare regolarmente.
Per evitare i danni conseguenti all’esubero degli animali allo stato brado sull’ecosistema delle isole, il dipartimento permette di cacciare mucche, maiali, capre, cavalli e asini selvatici i quali, pur essendo animali da reddito, se vivono allo stato brado rappresentano un rischio per la vegetazione autoctona dell’Arcipelago.
Il progetto del decreto nel suo articolo 2 prevede che si considerino animali cacciabili, quelli normalmente da allevamento che sono allo stato selvatico e quindi non facenti parte di alcuna finca che ne detenga il controllo.
Per esemplificare, sarà possibile cacciare un branco di mucche abbandonate dal loro proprietario e trovate a vagare in un terreno.
Il fenomeno degli animali da allevamento come mucche e capre, abbandonati dopo il fallimento o la chiusura di una finca è piuttosto comune, sottolinea Blanca Pérez a capo del dipartimento dell’Ambiente ed ex consigliera dell’Ayuntamiento di San Cristóbal de La Laguna, e rappresenta un grosso problema per l’impatto devastante sui terreni coltivati e l’ecosistema in generale.
Gli animali, non più foraggiati, tendono ad invadere proprietà e giardini a caccia di cibo, causando notevoli danni e perdite all’economia rurale.
Il drastico provvedimento è stato accolto ovviamente con enorme perplessità dai gruppi a difesa degli animali, tanto che il coordinatore della Red Canaria Solitaria contra la Crueldad Animal, Abel Roman, lo ha definito inconcepibile poiché il solo fatto che un branco di capre selvatiche si nutra delle specie vegetali protette, non rappresenta in alcun modo una giustificazione a cacciarle.
In particolare egli ricorda che il Gobierno delle Canarie non si è mai prodigato nella risoluzione dell’aumento delle specie selvatiche ed è quantomai aberrante ora che sono in numero eccessivo si decida di eliminarle attraverso l’attività venatoria.
Fino a prima del progetto di legge, che ha già accolto il consenso pubblico ma deve essere sottoposto all’approvazione dei vari dipartimenti del Gobierno regionale, era consentito cacciare i mufloni e le pecore selvatiche, due specie introdotte dall’uomo per scopi venatori a Tenerife e a La Palma.
Far rientrare in questa categoria anche gli animali da produzione e da allevamento, per intenderci gli animali da fattoria, alimenta le polemiche dei gruppi degli animalisti che auspicano il prevalere della coscienza civile affinché la proposta venga respinta.
Il futuro decreto, se approvato, consentirà di cacciare con battute e utilizzo di fucili, archi e cani da caccia.
di Ugo Marchiotto