La Spagna parrebbe aver recuperato i livelli economici pre crisi e i dati ufficiali diffusi dall’Instituto Nacional de Estadistica mostrerebbero un incremento dei consumi interni, un miglioramento della produzione e un boom del turismo.
Dati ovviamente accolti con un sospiro di sollievo dal premier Mariano Rajoy che, durante una conferenza stampa pre vacanziera, aveva annunciato che le cifre ultime dimostravano che la Spagna aveva recuperato la ricchezza posseduta prima della crisi.
Dichiarazioni accolte invece con cautela da critici ed esperti di finanza, i quali hanno affermato che sì l’economia sta prendendo una strada positiva e la disoccupazione sta diminuendo, ma anche che le persone senza un lavoro sono comunque in numero maggiore rispetto a quelle prima della crisi e che le disuguaglianze sono aumentate.
Insomma bene ma non benissimo.
Rajoy in realtà avrebbe precisato che l’ottimismo espresso era riferito all’indice del PIL reale, che non solo ha compensato l’inflazione e altre varianti stagionali, ma che ha raggiunto nel secondo trimestre dell’anno un valore di 104,83, ovvero superiore, per la prima volta, di quello di 104,36 rilevato da aprile a giugno del 2008, prima che la crisi cominciasse a mordere la crescita economica della Spagna.
Cifre positive, sottolinea l’INE, ma provvisorie e quindi occorrerà attendere i dati definitivi di settembre per poter affermare che la Spagna stia lentamente, ma veramente, superando la crisi scoppiata nel 2008 che provocò la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Nel 2012 solo grazie a un intervento dell’Unione Europea si riuscì a salvare qualcosa come 41,3 miliardi di euro del settore bancario e quando Rajoy salì al potere nel 2011, applicò numerosi tagli alla spesa pubblica, suscitando enormi proteste all’aumentare delle disuguaglianze sociali.
Ora l’economia della Spagna sta crescendo ben al di sopra della media europea e la disoccupazione è scesa al 17,2%, una percentuale ancora però tra le più elevate, per la precisione la seconda in Europa, con 1,5 milioni di persone.
Considerando inoltre che tra gli occupati di oggi, la maggior parte ha contratti a termine e/o mal pagati, i dubbi avanzati nei confronti della presunta ripresa dalla crisi del paese troverebbero un reale fondamento.
Alla domanda quindi se la Spagna sia fuori o meno dalla crisi, sarebbe opportuno rispondere con un timido ni.
dalla Redazione