Il Jardín de Aclimatación di La Orotava non è solo uno straordinario luogo che attira migliaia di turisti ogni anno, ma viene vissuto dalla cittadinanza come un autentico essere vivente, che si modifica con il tempo, si trasforma attraverso la nascita di nuove specie, cambia di volume e di colori ed esprime il trascorrere degli anni con le sue strutture rovinate dai terremoti delle eruzioni del vulcano di Chahorra nel 1789, l’invecchiamento di quelle in legno di pino canario, una voliera ora vuota che accoglieva gli uccelli migratori e la presenza, solo per occhi attenti e sensibili, di gnomi che qui abitano forse da sempre, indisturbati e immortali.
A resistere al passaggio inesorabile del tempo, oltre agli gnomi, i gradini in pietra e basalto, intrisi di orme dei numerosi passanti, alcuni dei quali famosi, come Ledru, Le Gros, Humboldt, Broussonet, saggi, naturalisti e artisti che hanno attraversato le mura del Jardín de Aclimatación per tuffarsi in uno spazio naturale dall’atmosfera del sogno e della fantasia.
Ma qual è la storia di questo luogo ancora magico, dove tempo e vegetazione paiono sospesi in un mondo parallelo?
Grazie agli scritti originali conservati nella Real Sociedad Económica de Amigos del País di Tenerife, a La Laguna, e negli archivi si Siviglia, è possibile ripercorrere le tappe del Jardín de Aclimatación, a partire dalla sua nascita che si situa alla fine del 1700.
Al secondo posto dei giardini botanici in Spagna per antichità dietro al Real Jardín Botánico di Madrid, esso fu il frutto delle attività sviluppate sotto al regno di Carlos III durante il periodo dell’illuminismo.
La volontà della reale corona fu quella di individuare un luogo dove poter coltivare le piante di maggior interesse provenienti dalle colonie delle Filippine e dell’America, un’area che garantisse alle specie di acclimatarsi e crescere rigogliose in modo da essere poi trasferite a Madrid e nei giardini reali di Aranjuez.
Morto Carlos III, il progetto venne portato avanti dal suo successore Carlos IV che, nel gennaio del 1791, fece iniziare i lavori di costruzione del Jardín de Aclimatación.
In particolare fu il marchese Don Alonso de Nava y Grimón che si prese cura dei desideri della corona e di tutte le azioni necessarie allo sviluppo del giardino; egli effettuò le prime prove di germinazione a partire dal 1788 in diverse zone a La Laguna, Santa Ursula e nella Valle di La Orotava, per concessione di Don Francisco Bautista de Lugo y Saavedra, proprietario dei terreni e Signore di Fuerteventura.
Arrivarono così i semi, la fornitura d’acqua grazie alla Muy Noble Junta de los Caballeros del Agua di La Orotava e vennero ricercati architetti e giardinieri che si mettessero subito all’opera.
A partire dal 1826, il Jardín de Aclimatación passo nelle mani della RSEAP, la Real Sociedad Económica de Amigos del País de Valencia, che proseguì con impegno disinteressato nell’implementazione dell’area, sempre sotto il controllo attento del marchese.
Per lo sviluppo botanico richiesto venne invitato Viera y Clavijo, già noto per le sue opere prestate al Palacio de Nava, di proprietà del padre, e che, pur possedendo solo alcuni rudimenti in botanica, riuscì nell’impresa di far germinare i semi delle piante importati.
Al di là dell’obiettivo primario di creare un giardino dove far acclimatare le specie tropicali, emerse l’esigenza di realizzare delle strutture che ne valorizzassero l’importanza, ma soprattutto di fornire delle garanzie in grado di salvaguardare il Jardín de Aclimatación in caso di cambiamenti politici e promesse non mantenute dalla corona.
A tal proposito il marchese nel 1804 chiese alla corona di inviare un vero professore di botanica per occuparsi del giardino e delle prime malattie che le piante avevano cominciato a contrarre, in modo da rendere ancora più ufficiale l’importanza del conseguimento degli obiettivi alla base del progetto.
Fu così che arrivò a Tenerife Sabino Berthelet nel 1826, dove rimase fino al 1830, introducendo alberi autoctoni che poi pare siano misteriosamente scomparsi.
Seguirono anni di incertezze durante i quali la corona paventò il trasferimento delle specie del giardino a Madrid, fino a quando grazie agli interventi della RSEAP giunse Alfred Diston, il cui ruolo è poco conosciuto ma che risultò fondamentale per il controllo, la vigilanza e il mantenimento del giardino.
L’esigenza di avere un giardiniere competente in materia si risolse con la nomina, il 27 luglio del 1835, di Miguel Dogour che esercitò fino al 1869; i dissidi all’interno del governo civile che assunse la guida del Jardín de Aclimatación su reale disposizione nel 1850, produssero di fatto un depauperamento del patrimonio del complesso che rischiò la progressiva decadenza dello stesso.
Con l’arrivo di José Bethencourt y Castro il Jardín de Aclimatación si salvò dalla sua totale rovina; di quell’epoca incerta si trova traccia negli archivi di uno stato generale di degrado, di assoluta mancanza di controllo su coloro che utilizzavano il Jardín in maniera irrispettosa e di carenza di cure alle specie ospitate.
Dopo il 1856 con il cambiamento alla dirigenza e l’arrivo di Nicolás Benítez de Lugo e la successiva nomina ad interim nel 1860 del giardiniere Herman Wildpret, la situazione comincio a migliorare, sia nella manutenzione delle specie che nella loro valorizzazione, culminata con la realizzazione di un catalogo ufficiale nel 1879.
Wildpret, che rappresentò un punto di svolta per il benessere delle piante ospitate, fu costretto a lasciare il Jardín de Aclimatación dopo che gli venne richiesto di rinunciare alla sua nazionalità; lo svizzero non accettò e così giunsero tra il 1889 e il 1905 agronomi privati che operarono sotto la supervisione della Camera dell’Agricoltura di La Orotava.
Grazie a disposizioni del Gobierno, fu possibile attuare miglioramenti significativi, come la realizzazione di un efficace sistema di irrigazione con acqua proveniente da La Orotava, il restauro della facciata ovest della costruzione presente, la costruzione di una staccionata che includesse al posto dei pilastri, dei vasi architettonicamente più consoni e la costruzione di un ingresso monumentale che fungeva da ingresso principale.
Una volta costituita la comunità autonoma canaria, il Jardín de Aclimatación venne trasferito al Gobierno Autónomo canario, in particolare al CITA, Centro de Investigación y Tecnología Agraria, attualmente ICIA, Insituto Canario de Investigaciones Agrarias, un organismo autonomo dipendente dal dipartimento dell’agricoltura, dell’allevamento, della pesca e dell’alimentazione.
Da quel momento in poi il Jardín diventò un’attrazione turistica per tutti i visitatori per motivi diversi, da quelli puramente turistici a quelli scientifici e il suo ruolo nella cultura canaria è stato fondamentale.
Partito come testimonianza silenziosa della coltivazione di specie esotiche, è diventato protagonista nella ricerca agricola e botanica, nonché nella vita pubblica grazie alle numerose attività che l’hanno coinvolto.
di Ilaria Vitali