Il fenomeno degli affitti di alloggi a Tenerife Sur non solo è complesso ma presenta diverse sfaccettature e non tutte positive; Oscar Izquierdo, presidente di Fepeco, ha recentemente affermato che nel sud dell’isola vi sono molti posti di lavoro che non vengono coperti a causa della mancanza di alloggi e dell’eccessivo costo dei trasporti.
Il fenomeno, oltre a riguardare i lavoratori, tocca anche i settori dei servizi e delle amministrazioni pubbliche, i cui dipendenti incapaci di disporre di un affitto sostenibile, devono ogni giorno spostarsi in auto dal nord dell’isola o da altre aree metropolitane; in particolare sono i comuni di Adeje e Arona quelli dove gli affitti civili sono stati sostituiti da quelli turistici, in barba al decreto che ne vieta l’esistenza in aree definite turistiche.
È così che un appartamento di due stanze, per il quale era normale un affitto tra i 500 e i 700 euro al mese, ora costa la stessa cifra ma alla settimana e, come afferma un abitante del complesso residenziale Valdés Center di Los Cristianos, è preferibile affidare un alloggio ad un’agenzia che produca un guadagno di 2.000 euro mensili, anziché affittarlo a 600 al mese ad un cittadino.
Quello che sta accadendo a Arona si ripete anche a Adeje e a Granadilla, più precisamente a El Médano, dove in precedenza era possibile pagare 600 euro al mese e ora quell’importo si riferisce a una massimo due settimane.
A questo quadro si aggiunge anche Candelaria dove gli appartamenti in affitto non si trovano e non vi sono nemmeno alloggi in vendita, poiché i proprietari trovano più remunerativo affittare a cifre astronomiche; così come non ci sono disponibilità né di vendita né di affitto nel Puertito di Güímar come informa Promotora Punta Larga.
Eppure la soluzione ci sarebbe, come sottolineano in molti, e sarebbe quella di rendere effettivo il decreto 113/2015 e la conseguente costruzione di alloggi pubblici per affitti sociali, ma per ora nessuno, afferma Izquierdo, vuole sollevare il polverone.
Il Gobierno de Canarias rende noto che, attraverso le dichiarazioni del Ministro Cristina Valido, piuttosto che scommettere su nuovi complessi residenziali, ha preferito comprare edifici da destinare alle banche e che, con il completamento dell’anello insulare, per coloro che devono raggiungere i posti di lavoro sarà più agevole lo spostamento.
Isidro Martin, presidente dell’Asociación Profesional de Expertos Inmobiliarios en Canarias (APEI) avverte inoltre che l’overbooking che stanno vivendo le zone turistiche del sud ha cominciato ad avere effetti negativi anche per i flussi turistici di Santa Cruz e Puerto, dove molti italiani e russi hanno cominciato ad acquistare interi blocchi di case.
Quindi non solo è necessario costruire nuove abitazioni, ma anche far rispettare la legge sugli affitti delle case vacanze.
Il fenomeno non è solo del sud di Tenerife ma riguarda tutto l’Arcipelago e il Paese, dove grandi città come Barcellona e luoghi turistici sulle coste stanno affrontando non poche polemiche al riguardo.
I prezzi nelle isole Canarie sono aumentati di oltre il 10% rispetto alla media e del 30% nelle zone turistiche di Gran Canaria, Lanzarote e Tenerife, fino a punte del 35% e sono solo due i fattori alla base degli aumenti: la diffusione delle case vacanze, che di fatto depauperano il mercato di immobili precedentemente destinati agli affitti residenziali, e il fatto che le nuove generazioni stanno optando sempre di più per gli affitti anziché per gli acquisti.
Analoghi aumenti si sono registrati anche per il settore delle vendite, dove i prezzi sono saliti del 6%, benché ancora al di sotto del 30% rispetto all’anno in cui salirono alle stelle, il 2007.
Se gli stranieri, intesi come i principali clienti del turismo nella regione, hanno un peso significativo nel mercato degli affitti, di pari livello lo hanno in quello della vendita; circa il 20% degli acquisti corrisponde a seconde case di vacanza, acquisite per un 40% da inglesi, scandinavi, francesi, belgi e russi.
Daniele Dal Maso