Il ministro regionale della Politica Territoriale, Sostenibilità e Sicurezza, Nieves Lady Barreto, ha ammesso nei giorni scorsi in Parlamento che vi sono state esplosioni sottomarine nelle acque delle isole, così come avevano denunciato alcuni subacquei professionisti che si trovavano al largo della costa di Fuerteventura e Lanzarote in data 22 ottobre.
Lady Barreto, al quesito avanzato dal deputato del Gruppo Nazionalista Nereida Calero riguardo al ritrovamento dei corpi di tre balene, ha spiegato che, pur essendoci state delle esplosioni, nessun cetaceo ne è rimasto coinvolto e che le tre balene sono morte probabilmente per cause naturali.
In particolare il ministro ha affermato che il fenomeno dei cetacei morti nelle acque di Lanzarote e Fuerteventura è lo stesso che si è presentato nei precedenti tre anni e che quindi di per sé non rappresenta un evento riferibile alle esplosioni soniche avvenute.
In ogni caso, ha precisato, per ulteriore sicurezza si attenderanno i dati provenienti dalla piattaforma oceanica delle isole Canarie, Plocan, che grazie a dispositivi all’avanguardia dotati di sensori e registratori dei suoni sottomarini, permetteranno di valutare quelli uditi in seguito alle esplosioni.
La verità, conclude la Barreto, è che fino ad ora non si può affermare con assoluta certezza che le esplosioni non abbiano realmente provocato danni ai cetacei.
Inoltre, come affermato dalla Calero, rimane la questione che il ministero dell’Energia e dell’Ambiente hanno dichiarato di non avere concesso alcun permesso per sondare le acque nella zona e che non escludono che le esplosioni siano in realtà provenienti da imbarcazioni facenti parte di una spedizione scientifica, come già avvenuto lo scorso anno quando una compagnia inglese, senza averne chiesto il permesso, attraversò il mare delle isole con lo scopo ufficiale di mapparne il fondo, ma in realtà con l’intento di cercare minerali rari da estrarre.
Il fondo delle acque canarie, sostiene la Calero, pare diventato tutto ad un tratto come una tavola del Monopoli, dove le persone che abitano l’Arcipelago e le stesse autorità non sembrano essere prese in considerazione.
dalla Redazione