Secondo l’Istituto di Statistica Canario, tre abitanti su quattro dell’Arcipelago hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, una situazione estremamente grave per il 75,65% della popolazione.
La ripresa economica non raggiungerebbe ancora un ampio strato del tessuto sociale delle isole, rimandando condizioni migliori ad un futuro ancora lontano e incerto.
Sebbene la situazione risulti migliorata tra il 2015 e il 2016, risulta ancora la peggiore rispetto al 2013, quando a non arrivare alla fine del mese era il 16,53% della popolazione.
Ad aumentare quindi è stato il numero di persone con poche risorse per avere un livello dignitoso di vita e in questo drammatico contesto affrontare qualsiasi evento imprevisto è diventata un’odissea per la maggioranza dei cittadini canari.
In particolare nel corso degli anni si è accentuata la disuguaglianza tra coloro che stavano economicamente bene, che hanno migliorato le proprie condizioni, e coloro che già avevano problemi, che non hanno modificato la propria situazione.
Nel 2016 il 70,4% di coloro che lavoravano sulle isole non aveva il salario per vivere in condizioni accettabili e arrivare così a fine mese, di questi il 25,66% ha avuto gravi difficoltà, il 14,91% difficoltà medie e solo il 29,88% qualche difficoltà.
Nel 2017 il 69% degli occupati ha affermato di non avere sufficienti soldi per pagare le bollette del mese, benché quelli risultati in grave situazione critica siano stati il 10,64%.
La precarietà non ha solo effetti sul pagamento delle bollette, come sottolinea l’Istac, bensì influisce sulla salute e sullo stile di vita delle persone.
Gli indicatori rivelano infatti cambiamenti nella dieta dei cittadini che hanno più difficoltà e tra il 2013 e il 2016 la percentuale di coloro che non si sono potuti permettere un pasto di carne, pollo o pesce almeno una volta ogni due giorni, è passata dal 6,9% al 13,7%.
La mancanza di denaro influisce inoltre anche sul tempo libero e più della metà dei soggetti coinvolti nel sondaggio ha affermato di non aver potuto godere nemmeno di una settimana di vacanze in un intero anno.
La possibilità di possedere un’auto è rimasta la stessa di alcuni anni fa, solo un punto di differenza, e così, come nel 2013, nel 2016 il 9% ha dichiarato di non potere acquistare un’automobile.
Ugo Marchiotto