Questo mese l’arca del mistero approda nel piccolo porto di Güimar, luogo famoso per un gran numero di luoghi misteriosi e fantastici.
Risalendo dal municipio e superando il famoso barranco di Badajos di cui avevamo raccontato alcuni episodi di natura strana e fantasmagorica, continuiamo a salire fino ad addentrarci nelle pinete che si trovano intorno ai 1.300 metri di altezza. La zona viene chiamata “El Escobonal” che è parte della frazione di Frías.
Tutto cominciò nel 1942, quando nella casa alpeggio costituita per una solitaria e molto umile stanza, la famiglia di caprai, formata per il matrimonio, un figlio e sette figlie, furono protagonisti di una serie di eventi strani e paranormali che oggi definiremmo come “Poltergeist.”
Questi fenomeni durarono vari mesi e i genitori preoccupati per la situazione inviarono alcune delle figlie a casa di alcuni parenti ma sorprendentemente i fenomeni le seguirono benché comunque continuassero con sempre più forza nell’alpeggio.
Il primo dei fenomeni a presentarsi fu una pioggia di pietre di vari colori, tutte bagnate e brillanti. Queste pietre provenivano da tutte le direzioni e colpivano la casa così come gli animali e i membri della famiglia che erano usciti per cercare una spiegazione.
Da quel giorno i fenomeni iniziarono ad estendersi ed a prodursi con maggior intensità durante i pranzi e le cene, quando tutta la famiglia era riunita.
L’unico figlio maschio dopo anni raccontò di come molte volte, sedendosi per iniziare a cenare, i piatti e il cibo iniziassero a saltare sulle pareti e il soffitto per poi cadere con forza a terra, obbligando così la famiglia ad andare a dormire senza aver mangiato.
Ormai spaventati, la famiglia chiama il proprietario della terra a cui raccontano tutto. L’uomo, incredulo, decide di passare la notte solo nella casa per dimostrare che fossero solo fantasie. Durante l’ora di cena però le piccole botti di vino che si trovavano depositate fuori iniziarono a volare da sole ed alcune impattarono molto vicino al perplesso signore, che impaurito scappa lungo la discesa gridando alla famiglia che avrebbe chiamato il prete del paese.
Il clerico al sentire il racconto decise di chiamare il vescovado della Laguna che prontamente inviò un altro rappresentante della chiesa per aiutare a chiarire i fatti. Dopo pochi minuti nella casa però i due uscirono spaventati e dissero alla famiglia che in quella casa si trovava il diavolo in persona e che non sarebbero più tornati.
Dopo la visita dei religiosi i fenomeni sembrarono aumentare di forza ed anche gli animali pascolavano lontani dalla casa per una paura irrazionale verso l’edificio.
La famiglia intanto era obbligata a rimanere e vivere al suo interno, continuando ad essere protagonista di fatti inspiegabili come la macchina da cucire manuale che iniziava a funzionare da sola, le bambine che venivano spinte a terra e a volte rimanevano paralizzate come fossero in catalessi.
Dopo vari mesi arrivò uno spiritista conosciuto nel paese come “Il Cubano” e chiese il permesso per eseguire alcuni rituali per liberare il luogo dai demoni. La famiglia ormai disperata accettò di buon grado e aiutarono il signore nei preparativi.
Il guru iniziò a posizionare intorno alla casa una serie di cavi di rame e mise in contatto i capi con l’acqua di una piccola fonte che si trovava lì vicino, dopodiché chiese alla famiglia di non intervenire e non entrare in casa indipendentemente da cosa potessero sentire. L’uomo entrò ed iniziò un rituale. Dopo molti giorni in cui lo spiritista entrava ed usciva dalla casa e durante i quali la famiglia sentiva grida, colpi e rumori strazianti alla fine tutto sembrò calmarsi, perdere forza e finalmente sparire del tutto, non solo nella vecchia casa dell’alpeggio ma anche nelle case dov’erano ospitate le figlie della famiglia.
Dopo vari mesi di tranquillità che i fenomeni già non si presentavano più, il figlio della famiglia stava pascolando gli animali con un cugino che, scettico in relazione ai fatti accaduti propone una sfida al familiare, chiedendogli di andare da solo a raccogliere alcune piante che si trovavano in una zona più elevata rispetto alla casa e considerata proibita dall’epoca degli antichi abitanti Guanche in quanto dimora degli spiriti.
Il giovane sprezzante decide di andare accompagnato dai suoi cani ed alcune capre. Durante il cammino inizia a sentire delle voci che pronunciano il suo nome e che lo avvisano di non continuare. Pensando ad uno scherzo del cugino il giovane continua la risalita fino a quando dagli alberi appare un essere bianco, molto alto e luminoso che con voce profonda lo avvisa che se prosegue nel suo intento non sarebbe tornato. All’apparire di questo essere gli animali che stavano accompagnando il giovane scapparono tornando fino alla casa e dopo poco anche il trafelato ragazzo appare e racconta balbuziente l’accaduto al cugino.
Da quel giorno il giovane continuò a soffrire di problemi nell’articolare le parole ed ovviamente nessun componente della famiglia tornò a visitare quel luogo sacro ai Guanche.
Loris Scroffernecher