Sull’Arcipelago delle Canarie esiste un vero e proprio mondo sotterraneo di affitti abusivi che, stando ai dati e alle testimonianze, è in forte crescita; c’è anche chi, in totale buona fede, affitta in maniera regolare all’inquilino di turno per poi scoprire, casualmente, che questi ha offerto lo stesso appartamento in affitto sulle piattaforme più utilizzate per i turisti a caccia di un alloggio per le vacanze.
Antonio, nome di fantasia, è colui che, proprietario di un appartamento nella zona di El Médano, comune di Granadilla di Abona, si è trovato coinvolto in una situazione di questo tipo; dopo aver ottenuto un discreto successo con il proprio alloggio nel settore vacanziero, è incappato in un insospettabile turista tedesco, ligio ai pagamenti, estraneo a richieste extra come generalmente accade e apparentemente impeccabile.
Ma è stato durante il corso del 2017 che Antonio ha casualmente scoperto che una donna, residente a Barcellona, ha prenotato una stanza nell’alloggio già affidato al tedesco, trovandola on line su Airbnb.
Insomma, il ligio affittuario, senza dire nulla, non solo aveva promosso l’alloggio sul portale più famoso, guadagnando su subaffitti abusivi da circa 2 anni, ma risultava promotore di almeno una sessantina di case sparse sull’Arcipelago, la maggior parte delle quali a Tenerife.
Il tedesco, che ovviamente fingeva di risiedere nell’alloggio, una volta smascherato con un messaggio su WhatsApp nel quale gli si intimava di lasciare immediatamente l’appartamento di El Médano, avrebbe candidamente pregato Antonio di lasciarlo continuare nella sua attività di affitti abusivi, visto che era riuscito a ottenere attraverso Airbnb prenotazioni per tutto il 2018.
Voi che avreste fatto, al posto di Antonio, dopo aver ricevuto una risposta di questo tipo, corredata da un’offerta di pagare un affitto maggiorato per poter proseguire nell’attività?
Antonio in questo caso ha fatto due conti, considerato che il guadagno del tedesco potrebbe essere stato di circa 1800-2000 euro al mese, ha presentato una controfferta del doppio dell’affitto mensile, certo di ricevere un diniego.
Gli affitti abusivi devono in realtà rendere parecchio, visto che, a sorpresa, non solo il tedesco ha accettato di versare una doppia mensilità ogni mese, ma di farlo immediatamente, forse per paura di perdere questa gallina dalle uova d’oro.
Antonio quindi da dicembre 2017 permette un utilizzo illegale del proprio alloggio, ha aumentato notevolmente i propri introiti e riceve quotidianamente feedback positivi dai vicini che dichiarano che le persone che soggiornano anche solo per pochi giorni sono rispettose, amabili e non arrecano alcun tipo di problema.
In breve, tutti felici e contenti.
Un po’ meno la ASCAV, Associazione Canaria di Case Vacanze, la cui presidente Doris Borrego ha definito il caso di Antonio come un’eccezione che dovrebbe essere segnalata al più presto; la portavoce di Ascav, facendo riferimento al futuro decreto che regolerà l’affitto delle vacanze sull’Arcipelago, afferma che potrebbero essere contemplate quelle piattaforme sulle quali le case in offerta presentino un numero di registrazione, senza il quale dovrebbero essere rimosse.
Le stime di ASCAV riguardo agli affitti abusivi indicano che sull’Arcipelago vi sarebbero ben 6000 case in attesa di registrazione e che solo a Tenerife la lista di attesa per poter ottenere il riconoscimento legale è tra i 6 e i 12 mesi.
La Borrego tiene inoltre a sottolineare che il boom delle case vacanza in realtà è un po’ superato, visto che nel 2010 la domanda per questo tipo di alloggi era del 10%, mentre ora è al 9,2%; il problema di affittare una casa al giorno d’oggi nelle isole è reale a causa della precarietà dei salari che impedisce di acquistare una proprietà alla maggior parte dei residenti.
Il progressivo aumento della popolazione di oltre il 16%, e in isole come Fuerteventura e Lanzarote superiore al 23%, condisce la già complessa situazione; il vero problema quindi, ribadisce la Borrego, non è tanto degli affitti abusivi, che si esprimono con appena 1500 alloggi irregolari in più in un anno, ma della reale impossibilità per un normale cittadino di ottenere regolarmente e a costi sostenibili un alloggio.
Airbn dal canto suo ha chiesto ufficialmente a tutti i proprietari di alloggi di certificare che sono in possesso di regolare permesso e che quindi soddisfano tutte le leggi locali; stando alla più grande piattaforma di hosting al mondo, i casi di affitti abusivi sarebbero piuttosto rari e, nel caso dovessero essere segnalati, vengono affrontati portando avanti tutte le azioni necessarie possibili.
Obiettivi fondamentali di Airbnb sono mantenere la fiducia dei propri host e clienti e garantire la sicurezza di tutte le operazioni, tanto che ha provveduto a pubblicare sul sito alcuni degli standard comunitari cui i proprietari devono attenersi.
Appare infatti un banner informativo dei regolamenti fondamentali per Catalogna, Madrid, Valencia e Isole Baleari, ma non ancora per le Canarie; il cosiddetto manuale dell’host richiede inoltre la possibilità di consultare il contratto di locazione per verificare che non siano presenti postille relative alla concessione di subaffitto.
Nell’Arcipelago ancora si naviga a vista, con gli Antonio che scoprono i propri appartamenti subaffittati e che, anziché denunciare, partecipano al guadagno e con i residenti che rischiano ogni mese di non riuscire a permettersi un tetto sulla testa, pur lavorando duramente.