Per affrontare la manutenzione di tutte le infrastrutture dedicate al trattamento delle acque, Tenerife necessita di circa 1.000 milioni di euro, 400 dei quali solo per gli impianti di depurazione.
Questo è quanto sarebbe emerso da uno studio condotto dal Ciatf, il Consejo Insular de Aguas, organismo controllato dal Cabildo, in collaborazione con 11 società di ingegneria specializzate in vari campi.
Il direttore del dipartimento Manuel Martinez ha precisato che non sarebbe sufficiente puntare solo sulla depurazione, attraverso la costruzione di cinque grandi opere previste su tutta l’isola, ma occorrerebbe muoversi in anticipo per dotare il territorio di tutte le infrastrutture necessarie al trattamento delle acque in generale, come tubi e collettori.
La depurazione e il miglioramento delle condizioni igienico sanitarie sono gli aspetti che più preoccuperebbero il Cabildo di Tenerife e che risulterebbero fondamentali per il percorso virtuoso che l’isola intende compiere al fine di diventare, nel giro dei prossimi anni, più sostenibile.
Il documento presentato di fatto rappresenta una vera e propria radiografia delle principali carenze in termini di risorse idriche di Tenerife, ove sono incluse anche le opere di rete fognaria che in molte aree sarebbero ancora da completare.
Risolvere il problema del trattamento delle acque, precisa Martinez, è uno dei problemi prioritari per il Cabildo, al di sopra di quello relativo al sistema viario, soprattutto per la sua correlazione alla cura dell’ambiente; ed è a questo proposito che sono state invitate tutte le autorità coinvolte, come il Gobierno Regional, gli Ayuntamientos e i Cabildos, a trovare insieme una strategia da perseguire nel futuro in maniera corale.
Uno degli aspetti su cui il gestore insulare di Aguas pone l’accento è quello di aumentare la percentuale della risorsa idrica che viene utilizzata per altri scopi, come l’agricoltura; egli ha notato infatti che sono stati studiati altri sistemi dove il 90% della risorsa viene rigenerata.
In breve ciò che oggi è uno spreco, nel futuro potrebbe diventare una risorsa.
Attualmente vengono riutilizzati solo 12 metri cubi di acque reflue all’anno, sui 64 generati; analogamente si stima che siano raccolti circa 38 milioni di ettometri di acqua, 24 dei quali puliti e solo 12 utilizzati.
Il Ciatf sta lavorando anche alla stesura di una proposta di risanamento per ciascun comune, affinché tutta la rete idrica dell’isola sia gestita con un unico criterio.
dalla Redazione