Le isole Canarie sono l’unica comunità in cui i pescatori subacquei possono svolgere le loro attività solo in alcuni punti della costa, una restrizione che non grava sul resto dei pescatori ricreativi.
Se un pescatore di Buenavista vuole pescare il lunedì, deve andare avanti e indietro per 50 chilometri, mentre davanti a casa sua c’è qualcuno che pesca con una canna.
La confusione sulle restrizioni cui è soggetta la pesca subacquea nelle Isole Canarie hanno mobilitato il settore per cercare di ottenere cambiamenti che evitassero situazioni apparentemente contraddittorie come questa.
Tutto ciò che vogliamo è parità con il resto dei pescatori. E’ giusto poter pescare ovunque e in qualsiasi giorno, come tutti gli altri, a condizione di rispettare le “quote”.
Il mare è un bene pubblico, sostengono i rappresentanti dell’Associazione dei pescatori subacquei responsabili delle Isole Canarie (Acpesur), un gruppo che nelle ultime settimane ha rafforzato le sue azioni per cercare di far sentire la propria voce per promuovere l’eliminazione delle limitazioni che considera arbitrarie e “inique”.
La pesca ricreativa subacquea è autorizzata in 32 aree che rappresentano, secondo i calcoli dell’associazione, circa il 20% del litorale dell’Arcipelago.
In tre di essi, due a Tenerife e uno a Gran Canaria l’attività è consentita solo il sabato, la domenica e i giorni festivi, mentre in una quarta opzione, a ovest di La Palma, l’autorizzazione è limitata a sei mesi, dal 15 aprile al 15 ottobre.
A garanzia del suo impegno per la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente naturale, l’ente presenta diverse proposte per assicurare il mantenimento dell’ambiente marino: l’aumento della taglia minima di pesce da pescare, ad esempio.
Secondo i dati forniti dal settore, nelle isole Canarie esistono circa 6.000 licenze per la pesca subacquea, che rappresentano appena il 6% del numero totale di licenze per la pesca ricreativa – con una barca o con la canna da pesca – il che dà un’idea del basso impatto dell’attività.
Acpesur nega inoltre che il settore sia particolarmente associato al bracconaggio. In realtà, i numeri dicono il contrario. Altri dati, inoltre, non indicano che i pescatori subacquei siano interessati a sviluppare la loro attività in modo intensivo, dato che il numero medio annuo di giorni di pesca è di 44.
Ciò che è chiaro per loro è che, anche se non pescheranno ogni giorno, vogliono avere il diritto di farlo.
dalla Redazione