Il Presidente del Gobierno de Canarias Fernando Clavijo ha recentemente ricordato i 435 anni trascorsi dalla conquista delle Isole Canarie da parte di Castilla, quando Guanarteme, re guanche, si arrese alle truppe castigliane nel 1483 consegnando Gran Canaria ai Re Cattolici.
Dal 1402 truppe normanne, sivigliane e portoghesi tentarono a più riprese di conquistare le isole, fallendo miseramente di fronte allo spirito agguerrito degli indigeni che sopportarono tutte le pressioni esterne con le loro rudimentali arti di combattimento.
Nel giugno del 1478 arrivarono dalla penisola Juan Rejón, Bermúdez e il vescovo Frías, che desiderarono stabilire una base per controllare il commercio di metalli preziosi con l’Africa; essi giunsero nell’attuale Las Palmas, all’opposto geograficamente dell’allora capitale in Gáldar; nonostante il patto di non belligeranza, le cose si complicarono improvvisamente, dando inizio a un periodo molto cruento per la lotta al controllo totale di Gran Canaria.
Fu solo nel 1483 che il periodo terminò, la popolazione delle Canarie si ridusse sotto gli attacchi di Rejón e delle truppe di Castilla e i guanches si nascosero nelle zone più nascoste e inesplorate sotto la guida di Tenero Semidán che, a differenza di Bentejuí patriarca che si suicidò, cercò cooperazione e accordi.
In realtà non vi fu una resa assoluta da parte dei nativi, né una vittoria eclatante da parte dei conquistatori; Semidán chiese il riconoscimento legale da parte del Vaticano che aveva permesso a Castilla la facoltà di conquista di un territorio privo di personalità giuridica.
Del resto, è bene ricordarlo, i nativi erano analfabeti.
Semidán venne quindi arrestato in quello che diventerà Bañaderos sulla costa nord di Gran Canaria e una volta al cospetto dei Re Cattolici a Cordova, chiese di essere battezzato e di poter negoziare; affermò di chiamarsi Fernando, come Fernando di Aragona, soprannominato Guanarteme che in lingua indigena significa Re.
Fernando di Aragona, in segno di rispetto nei confronti di un alto rappresentante di un altro territorio, gli fornì abiti di seta e parlò con lui come a un suo pari; fu così che si realizzò il primo trattato internazionale tra la monarchia rinascimentale europea e una monarchia indigena, legittimato dal diritto internazionale per effetto del battesimo avvenuto nel 1484.
Gli accordi verbali con Guanarteme vennero confermati nel tempo da sigilli reali con la postilla di in perpetuo per sempre e vennero imposte tasse che escludevano i settori del commercio e del bestiame; la giustizia venne amministrata in forma congiunta e venne ammesso un regime giuridico speciale.
I monarchi cattolici, ufficialmente, concessero un’area di terra a Guanarteme ma in realtà essi non potevano cedere terre di un’isola che non controllavano; Gran Canaria nel 1484 venne ufficialmente dichiarata integrata a Castilla e pertanto non fu necessario operare alcun controllo.
Ciò che accadde fu che il re delle Canarie chiese il riconoscimento del suo regno di Guayedra, in Agaete e Felipe Fernandéz Armesto sostenne che Guayedra, essendo al di fuori del regno castigliano, disponeva di propria giurisdizione, ma in realtà si trattava di un territorio soggetto a due ordinamenti giuridici, una particolare situazione che consentiva una scappatoia in caso di problemi con gli accordi verbali presi.
L’accordo di pace tra il regno di Castilla e le Canarie venne siglato a Cordoba nel 1528, nel quale si identificarono i cabildos come le entità con la più alta autorità sul territorio, alla stregua di un governo, e si formalizzò la parola data circa l’esenzione dalle tasse.
Quanto a Guanarteme, che fece numerosi viaggi tra la penisola e le isole preparandosi a una possibile distribuzione di potere con i Re Cattolici, nel 1946 morì a Tenerife.