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    Effetto domino per gli affitti di case vacanza, le denunce di Lanzarote e Fuerteventura

    Argomento delicato e fenomeno controverso, quello degli affitti di case vacanze nell’Arcipelago che, in molte delle isole, ha portato a denunce da parte dei vari settori collegati per evidenziarne l’impatto negativo su residenti e attività turistiche.

    Asoyofer e Asolan, associazioni di albergatori di Lanzarote e Fuerteventura, denunciano ad esempio la mancanza di alloggi per i lavoratori del settore ricettivo, chiedendo ufficialmente al Gobierno di regolare con carattere di urgenza gli affitti delle case vacanza al fine di porre rimedio all’evidente squilibrio che si è creato non solo sul mercato, ma anche sul settore turistico in generale.

    Nel contempo i presidenti delle due associazioni, Antonio Hormiga e Susana Pérez, hanno posto l’accento anche sui problemi sociali emersi dalla mancanza di alloggi per i residenti e dall’incremento esasperato di case vacanza introdotte illegalmente nel circuito ricettivo.

    Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dal Ministero del Turismo, attualmente il fenomeno si traduce in 31.765 case, 131.032 posti letto ovvero il 22% del totale dell’offerta dell’intero Arcipelago.

    L’esistenza di un’offerta senza controllo, affermano le associazioni di Lanzarote e di Fuerteventura, sta causando un cambiamento di rotta che colpisce le prospettive economiche generate da questo segmento di abitazioni destinate, in maniera illegale, all’uso turistico; fondamentale a questo punto, sostengono, un’intensificazione delle ispezioni a tal riguardo.

    E se da un lato Lanzarote e Fuerteventura alzano la voce a difesa del comparto alberghiero e della cittadinanza in difficoltà nel trovare alloggi in affitto, vi sono altre realtà dove il fenomeno viene affrontato diversamente, come Gran Canaria, dove al contrario il Círculo de Empresarios sottolinea che la restrizione di questo modello ricettivo potrebbe avere effetti fatali sull’intera economia delle isole.

    Secondo gli imprenditori in pratica, Airbnb rappresenterebbe un’assicurazione valida in caso la domanda degli alberghi dovesse diminuire.


    Mario Romero Mur, presidente del Círculo de Empresarios, ha difeso con determinazione il fenomeno degli affitti delle case vacanza come unica possibilità di non interrompere il flusso turistico nel caso la domanda per le strutture tradizionali vada scemando.

    Il turismo, precisa, genera più di 250.000 posti di lavoro, il 48% in più rispetto al 2009, e le case vacanza, lungi da essere un danno, rappresentano una forma diversa di turismo che deve coesistere con quelle tradizionali.

    Ovviamente piattaforme come Airbnb devono poter contare su un quadro legale ben determinato, un’efficiente supervisione e un sistema fiscale coerente, evitando così quell’economia sommersa che trova bene o male tutti consapevoli circa la sua inaccettabile esistenza.

    Le case vacanza, afferma Mur, evitano il deterioramento dei valori delle proprietà immobiliari e consentono la coesistenza di diversi modelli di business che hanno come unico comune denominatore il mantenimento dell’affluenza turistica sulle isole.

    Del resto il turismo, che rappresenta il 30% del PIB, occupa solo il 3% del territorio e costituisce un pilastro essenziale dello sviluppo e della ridistribuzione della ricchezza.

    Franco Leonardi

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