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    Canarie, il tabacco la causa di morte più frequente ma anche la più evitabile

    Il Direttore Generale della Sanità Pubblica del Servizio Sanitario della Salute (SCS) José Juan Alemán, ha rilasciato, durante una conferenza stampa in previsione delle celebrazioni della Giornata Mondiale senza tabacco, che si è tenuta lo scorso 31 maggio, le cifre del consumo di tabacco sulle Isole Canarie e le linee di azione che sono state intraprese in materia di prevenzione e controllo del fumo.

    Supportato da Alicia Hernández, medico di base e coordinatrice del Grupo de Abordaje al Tabaquismo de la SemFYC, federazione di 17 società familiari e di medicina comunitaria di Spagna che raggruppa oltre 19.500 medici di famiglia, ha presentato i dati del sondaggio della campagna Semana Sin Humo, sottolineando come il consumo di tabacco sia la principale causa di malattie e morti premature nell’Arcipelago.

    Al fine di affrontare il problema, ha ammesso Alemán, occorre prendere in considerazione tutti i fattori che condizionano il consumo di tabacco, a partire dalle influenze che subiscono i giovani i quali sono una delle priorità della lotta al tabagismo.

    Nelle Canarie si stima che 2.300 persone muoiano ogni anno a causa del fumo e che il costo dei  relativi servizi sanitari sia di circa 180.000 euro; secondo l’indagine sulla salute della popolazione canaria del 2015, circa 466.000 persone sopra i 16 anni di età fumano tabacco, ovvero il 26,2% della popolazione globale.

    La percentuale dei soggetti maschi fumatori è pari al 28,7% mentre quella delle femmine è del 23,7%; lo studio ha evidenziato come nelle regioni in cui il consumo di tabacco sia già notevolmente radicato, la percentuale di fumatori maschi diminuisce e si avvicina a quella delle fumatrici.

    Sono in aumento invece le persone che non hanno mai fumato, pari al 50% nel 2004, e pari al 58% nel 2015, in particolare quelle di sesso maschile, 39% nel 2004 e 61,7% nel 2015.

    Durante la Giornata Mondiale senza tabacco è stato incorporato il messaggio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “el tabaco rompe corazones”, per evidenziare il danno irreparabile causato dal fumo al sistema cardiovascolare.


    Le Canarie, che hanno aderito alle celebrazioni per sensibilizzare la popolazione sui dati devastanti riguardo alle morti per fumo, hanno distribuito 2.500 locandine e 50.000 opuscoli del programma sanitario, nel quale, in accordo con l’OMS, sono state distinte tre grandi aree di lavoro:

    1. la prevenzione del consumo, con il programma ITESplus a sua volta suddiviso in base al consumo di tabacco e di alcolici e che ha coinvolto 84 centri dell’Arcipelago con risultati positivi;
    2. la promozione degli spazi senza fumo, con campagne di ispezioni sanitarie effettuate per garantire il rispetto delle attuali normative che riguardano gli stabilimenti e i luoghi di lavoro. A tal fine sono stati effettuati 12.621 controlli durante i quali è emerso che l’87,8% di tutti i parametri presi in considerazione è risultato conforme; le infrazioni più frequenti sono state relative alla segnaletica d’obbligo e i locali con il minore livello di conformità sono stati quelli legati alla vita notturna;
    3. la promozione di una vita senza tabacco, azione svolta mediante due attività, ovvero la promozione della salute, attraverso la strategia di Los Círculos de la Vida Saludable che supporta i fumatori nel tentare di smettere di fumare, e il Programa de Ayuda al Fumador de Canarias (PAFCAN), un programma di assistenza che copre il 50% dei farmaci necessari al fumatore che decide di smettere e che offre il monitoraggio degli operatori sanitari per assicurare una maggiore aspettativa di successo. Il 48,3% dei fumatori che si sono affidati al programma, ha smesso di fumare completamente per 3 mesi, mentre il 41% per 6 mesi.

    Alicia Hernández ha presentato quindi i dati più rilevanti della settimana senza fumo, dedotti da indagini effettuate su più di 5.000 persone; in Spagna ogni anno più di 52.000 persone muoiono per cause direttamente correlate al consumo di tabacco, principalmente per cancro ai polmoni (81% dei decessi annuali tra il 2010 e il 2014).

    Un medico di famiglia alle Canarie vede, secondo i dati del Ministero, almeno due morti per tabacco all’anno tra i suoi pazienti e il fumatore cosiddetto attivo, ovvero che consuma tabacco giornalmente, inizia a 17/18 anni con meno di 10 sigarette al giorno (49,2% dei dichiaranti), contro il 4,1% che consuma più di un pacchetto.

    Quanto alle abitudini, il 69,6% consuma sigarette confezionate mentre il 13,7% utilizza il tabacco sfuso o altre opzioni tra cui sigari, sigarette elettroniche o pipe.

    Sul totale dei fumatori, il 70% ha cercato di smettere almeno più di una volta e il 16,7% lo ha fatto più di 4 volte.

    In Spagna la percentuale di ex fumatori cresce progressivamente mano a mano che la popolazione viene a conoscenza dei danni provocati alla salute, segno questo che le campagne di informazione in un qualche modo sortiscono effetti positivi; oggi si è di fronte al 34,1% di persone che si dichiarano ex fumatori, il 57% dei quali ha iniziato a fumare più di 10 anni fa.

    La maggioranza di coloro che hanno smesso, lo hanno fatto da soli e senza alcun supporto sanitario o farmacologico, tuttavia tra coloro che invece hanno richiesto aiuto, i più lo hanno fatto rivolgendosi al proprio medico di fiducia o al personale sanitario ospedaliero.

    Magda Altman

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