L’Istituto Nazionale di Statistica contraddice le previsioni della gestione alberghiera della provincia di Tenerife, che indicano la perdita di 958.530 turisti quest’anno nelle Canarie (6%), l’aumento di altre destinazioni nel Mediterraneo, la stagnazione del mercato interno e le conseguenze del brexit. La realtà traccia un quadro che sembra smentire le stime degli imprenditori, almeno fino ad ora quest’anno.
Tra gennaio e maggio le Isole Canarie hanno contato 13.495 turisti in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo rivela l’Istituto nazionale di statistica (INE), che dettaglia le promozioni in gennaio, febbraio, marzo e maggio e una battuta d’arresto in aprile, il mese peggiore della serie. Durante questo periodo, il mercato nazionale è stato quello che ha tirato di più, con un totale di 13.311 visitatori in più, mentre l’arrivo di turisti provenienti da altri paesi è a malapena aumentato di 184 persone.
Quest’anno i prezzi hanno continuato a salire. Ad eccezione del mese di aprile, che ha registrato un calo dell’1,9% rispetto al tasso annuo, il resto dei mesi è stato caratterizzato da una crescita costante: 4,2% a gennaio, 3,3% a febbraio, 5,6% a marzo e 2,2% a maggio. Anche i dati dell’Istituto nazionale di statistica mostrano una crescita della redditività del settore. La tariffa media giornaliera (ADR) in questo periodo è stata di 99,72 euro, superiore di tre punti rispetto all’anno precedente, mentre è aumentata anche la rendita per camera disponibile (RevPar), passata da 82,48 euro a 82,91 (0,52% in più).
L’arcipelago ha guidato l’occupazione alberghiera in Spagna mese per mese, con percentuali che vanno dal 70% (maggio), il livello più basso, al 77,6% (febbraio).
Significativamente, il comune di Arona ha stabilito le migliori cifre del paese nei primi due mesi, occupando tra l’82 e l’84% dei suoi posti letto turistici. Anche Adeje e Puerto de la Cruz hanno ottenuto percentuali elevate, vicine all’80%.
Le Isole Canarie sono state la principale destinazione nazionale per i turisti stranieri tra gennaio e aprile, portando il numero di pernottamenti con percentuali che vanno dal 30% del totale nazionale in aprile al 53,3% in gennaio. Nel solo mese di maggio, le isole Baleari hanno superato le isole Canarie, registrando il 30,3% dei pernottamenti in hotel, 10 punti sopra l’arcipelago. I pernottamenti nelle isole sono diminuiti dallo 0,4% di marzo rispetto allo stesso mese dell’anno scorso al 7,6% di aprile.
RIADEGUAMENTO DEI PREZZI
Il Segretario alla Comunicazione degli Unionisti di Base, la maggioranza del settore, Manuel Fitas, ha detto ieri a questo giornale che “dopo un anno irripetibile, un aggiustamento dei prezzi sembra inevitabile se le Isole Canarie vogliono competere con altre destinazioni emergenti”.
Sulle previsioni di Ashotel di una possibile perdita quest’anno di quasi un milione di turisti, aggiunge: “Dei 16 milioni di turisti arrivati lo scorso anno, quattro sono in prestito, quindi non perderemo un milione, ma ne manterremo tre che non sono nostri”. Per Fitas, in nessun caso si può parlare di crisi del settore, ma piuttosto di una “strada verso la normalizzazione dopo il suo picco”, che lo porta ad assicurare che il 2018 sarà un anno positivo, e così, in vista della negoziazione di un nuovo contratto collettivo, il sindacalista ha insistito che con i dati attuali per l’occupazione e i prezzi “non tollereremo che i padroni possano utilizzare le loro previsioni per la perdita di turisti quest’anno per influenzare l’occupazione o i salari”. L’occupazione nel settore turistico rappresenta il 34% del numero totale di occupati nelle isole, con 300.000 persone occupate in questa attività.
IL PRINCIPALE MOTORE ECONOMICO STA GUADAGNANDO SEMPRE PIÙ PESO
L’anno scorso, il reddito del turismo ammontava a 18,5 miliardi di euro, pari al 31% del prodotto interno lordo della regione. Gli esperti insistono sul fatto che l’impegno per la qualità, sia nel piano dell’hotel che negli spazi pubblici, è il modo per garantire la competitività di una destinazione come le Isole Canarie.
Michele Vieri