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    La Cina a caccia di petrolio alle Canarie

    Una società della Cina sta effettuando una serie di indagini nelle acque a sud delle Canarie alla ricerca di idrocarburi e diverse navi avrebbero individuato un giacimento di gas o petrolio in un’area situata a circa 700 km dall’Arcipelago e più precisamente a 100 miglia da Dakhla, Sahara Occidentale, a sud del Marocco.

    Una di queste imbarcazioni è la BGP Prospector, nave che batte bandiera delle Bahamas, fabbricata nel 2011 e di proprietà della compagnia BGP, filiale della Compagnia Nazionale di Petrolio della Cina.

    Il fatto che la nave sia stata osservata mentre stava navigando ad una velocità inferiore ai 4 nodi, lascia presupporre che stesse trascinando particolari apparecchiature specializzate nell’analisi del sottosuolo.

    Il Marocco non è la prima volta che consente studi e ricerche per valutare la redditività di possibili giacimenti di idrocarburi; già nel gennaio del 2018 è emerso che il paese aveva concesso alla italiana ENI il permesso di esplorare il sottosuolo marino alla ricerca di gas e petrolio in una zona già analizzata nel 2015 dalla Repsol, compagnia che al tempo decise di abbandonare le indagini focalizzate nelle acque delle Canarie, precisamente Fuerteventura e Lanzarote, dopo che i risultati della zona denominata Sandía diedero esiti poco soddisfacenti.

    In quel caso si arrivò ad un vero e proprio incidente diplomatico con il governo, presieduto allora da Paulino Rivero.

    Ora le nuove indagini da parte della Cina coincidono con l’aumento del costo del petrolio in questi ultimi mesi a causa dell’instabilità della politica internazionale e potrebbero rivelarsi molto più redditizie nel nuovo ipotetico scenario mondiale, rispetto a quelle intraprese dalla Repsol nel 2015.

    Michele Zanin


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