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    La grotta degli asini

    Questo mese l’arca del mistero approda in un porticciolo vicino alla capitale dell’isola che nel passato veniva definita il paese senza legge.

    Approfittando dell’estate la ciurma dell’arca è andata di scampagnata lungo un percorso circolare perfettamente segnalato alla ricerca di un giorno differente e come sempre ci siamo imbattuti quasi per caso nel mistero.

    Il percorso naturale di Malpaís nel comune di Güimar inizia alla fine della frazione del Puertito de Gúimar in direzione Santa Cruz.

    Il percorso è piuttosto semplice e percorribile anche con bambini e il circuito completo è lungo circa 7 chilometri.

    Durante questo percorso si può prendere una piccola deviazione e ci si trova con qualcosa un po’ inquietante chiamata dai locali la Cueva de los Burros (la grotta degli asini).

    In realtà non si tratta di una vera grotta ma di un tubo vulcanico di diversi metri di altezza formatosi in epoche preistoriche quando la lava scorreva liquida dalla montagna del Socorro lì vicino verso il mare, gli accessi sono tutti situati nella volta del tubo e di conseguenza dall’esterno si vedono come dei buchi nel terreno.

    Il nome di questo luogo si deve al fatto che i locali quando avevano un asino ormai vecchio e prossimo alla morte lo portavano fino a lì e lo facevano scendere nel tunnel per dargli l’ultimo saluto.


    La tradizione era così radicata che secondo le descrizioni d’inizio secolo le ossa di questi animali arrivavano quasi al soffitto.

    Ovviamente però un luogo conosciuto da tutti per essere ricco di ossa ed appartato vicino ad una zona tra le più malfamate dell’isola poteva essere utilizzato anche per occultare i cadaveri di altri animali e persone sorprese in attività poco legali.

    Durante gli anni ’80 il corpo della guardia civile durante un’investigazione aveva trovato i resti di un uomo nella grotta con le mani e i piedi legati dietro le spalle.

    Dalle condizioni dei resti era evidente che il corpo doveva trovarsi lì da diversi anni, ormai infatti rimaneva quasi solo lo scheletro.

    Nella zona era abbastanza comune che topi d’appartamento dopo essere entrati nelle case “sbagliate” sparissero improvvisamente senza lasciare tracce, e la notizia appariva nei giornali locali come nuova scomparsa nella città senza legge.

    L’entrata principale della grotta attualmente è chiusa con una grande quantità di pietre ma se si viene accompagnati da alcuni residenti della zona è possibile accedere al tubo da entrate secondarie dove già dall’esterno è possibile osservare le ossa presumibilmente degli animali sul fondo.

    Durante il cammino alcuni vicini decidono di aprirsi con noi e ci chiedono di tornare al paese prima del calare del sole perché durante la notte a volte si possono sentire lamenti strazianti portati dal vento provenienti dalla grotta e a volte sono state viste delle ombre biancastre simili a nuvole dense luminose deambulare nella zona associate ai fantasmi dei morti che ritornano in cerca di vendetta.

    Sempre secondo i racconti queste entità cercherebbero di spaventare i viandanti per farli cadere nelle aperture e condannare le loro anime.

    Loris Scroffernecher

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