Anche nel comune di Güímar in questi ultimi anni sono arrivati molti stranieri, e tra loro anche italiani.
Sempre molto pochi in confronto ai comuni a vocazione turistico-balneare del profondo sud (tanto per rimanere in “questo lato” dell’isola) ma comunque è una presenza che s’inizia a notare, principalmente sulla costa.
Ebbene i più attenti tra i nuovi arrivati avranno sicuramente notato in questi giorni piccoli segnali del fatto che “qualcosa” è in arrivo…
Per esempio i taxi hanno iniziato a girare con una bandierina triangolare legata all’antenna dell’auto, lungo le strade sono aperti localetti estemporanei dove si vendono magliette e cappelli di paglia.
Ma il segnale decisivo è la suoneria sui cellulari di molte persone del posto: invece dei soliti toni, squilla una musichetta al ritmo di pasodoble.
Lo stesso pasodoble che verso le 5 di mattina del 7 di settembre darà la sveglia a tutti, volenti o nolenti.
A cosa si stanno preparando tutti?
È in arrivo una “due giorni” di festa.
Sono in arrivo il 7 e l’8 di settembre, e con loro, rispettivamente, la Bajada e la Subida della Virgen del Socorro!
La Bajada e la Subida del Socorro è una “romeria”, parola spagnola che significa pellegrinaggio.
Ma quella del Socorro, oltre ad essere la più antica delle Isole Canarie, è una romeria autentica non una rievocazione folclorica come il resto delle romerie che si svolgono a Tenerife.
Queste ultime sono infatti, in realtà, delle rievocazioni: si fa un giro per la città in costume tipico e con i carri tirati dai buoi per rievocare quando il santo veniva accompagnato dalla chiesa madre alla sua chiesetta fuori porta e viceversa.
La Bajada e la Subida del Socorro no! Sono tutt’oggi una autentica romería popolare.
Ogni 7 di settembre gli abitanti di Güìmar al completo (ma anche di Arafo e di molte frazioni della mediania di Candelaria) accompagnano la Virgen del Socorro dalla chiesa madre di Güìmar fino al paesino de El Socorro giù sulla costa, lì dove c’è l’antica chiesetta a lei dedicata.
Ed il giorno dopo, 8 di settembre, la riaccompagnano su in paese.
E il pasodoble “Al Socorro”, la cui musica fu composta nel 1909 ed il testo aggiunto nel 1970, ne è l’inno popolare.
Infatti è proprio con le note del pasodoble che viene data tradizionalmente la sveglia la mattina del giorno 7 per le vie di Güímar e Arafo, verso le cinque del mattino, con un’automobile dotata di altoparlante.
Alle 6 la funzione religiosa nella chiesa madre di San Pedro e poi verso le 7… esce la Virgen dalla chiesa in direzione di El Socorro tra fuochi artificiali e un mare di gente.
“Nuestra Señora ya salió, con sus romeros hacia el mar”, come recita il primo verso del pasodoble.
E il mare di gente nella piazza si trasforma rapidamente in fiume lungo i 4 chilometri e mezzo del Camino del Socorro, la vecchia via di transumanza usata dalla popolazione prehispanica e che ora collega la chiesa madre di San Pedro, in paese, con la chiesetta di El Socorro sulla costa.
Un percorso in parte urbano e asfaltato e in parte sterrato che costeggia la riserva naturalistica del Malpaís di Güímar.
Una romeria autentica quindi, un fiume di decine di migliaia di persone in festa che scende con molta calma tra musica, cibo e vino e che arriva giù al Socorro più o meno per l’ora di pranzo.
Una “due giorni” di festa non in abiti tradizionali ma con vestiti comodi.
Non con carrette tirate da buoi ma accompagnati da furgoni e fuoristrada al seguito (anche camion per i gruppi organizzati più numerosi) carichi di ogni ben di Dio per far festa lungo il cammino.
E musica a volontà, suonata dal vivo da decine di gruppi.
Non solo la musica folclorica canaria basata su strumenti a corda, ma anche e soprattutto musica da ballo suonata da gruppi di fiati.
E poi c’è la gente che ha casa giù a El Socorro che risparmia per mesi per poter aprire la propria casa a parenti, amici, conoscenti.
Infatti, una volta arrivati giù al Socorro inizia la festa nel paesino.
Nel primo tratto della Bajada, quello ancora dentro il centro abitato, la Virgen è accompagnata dalla “Danza de las Cintas”, una danza rituale eseguita da un gruppo di bambini intorno ad un palo portato da un adulto, al ritmo del tajaraste, una melodia tradizionale, ripetitiva e quasi ipnotica. Poi all’uscita dal centro abitato, la Danza de las Cintaès viene sostituita dalla “Cofradia dei Guanches”.
La Virgen del Socorro infatti è una “variante” della più famosa Virgen de Candelaria, patrona delle Canarie.
La tradizione vuole che l’immagine della Virgen sia stata trovata da alcuni pastori Guanche sulla spiaggia di Chimisay, dove ora sorge il paesino di El Socorro.
I clan Guanche del versante sud di Tenerife si arresero senza combattere ai conquistatori spagnoli e alla fine della conquista fu loro concesso il diritto esclusivo di portare in processione la Virgen di Candelaria.
Un secolo dopo, prima nel 1587 e poi nel 1601, i loro discendenti ormai assimilati alla nuova società coloniale, riuscirono a far valere questo loro diritto appellandosi alla Corona Spagnola.
La Cofradia de los Guanches è un’importante protagonista di questa festa e nel pomeriggio del 7, il giorno della Bajada, si svolge nella spiaggetta di Chimisay una rievocazione storica del ritrovamento dell’immagine della Virgen da parte dei pastori Guanche.
La fine di questa “due giorni” di festa inizia nel pomeriggio dell’8 con la partenza della Virgen dalla chiesetta di El Socorro per tornare su in paese per lo stesso cammino.
Di nuovo accompagnata da un fiume di persone attrezzate con fuoristrada e rimorchi: i mezzi servono così come nella Bajada per alloggiare vere e proprie cucine, cantine e discoteche semoventi che serviranno per far festa durante il tragitto, aperitivo del grande ballo in piazza che si svolge in paese una volta arrivati su.
Negli anni in cui il 7 e l’8 di settembre cadono infrasettimanali la partecipazione è di circa 40.000 persone, numero che raddoppia negli anni in cui cade di fine settimana.
Viva la Virgen del Socorro!!!
Gianni Mainella