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    Amaro tentativo (un pirla che si morde la coda)

    È proprio vero che quando scappi da un problema il problema ti insegue.

    Lo so da quando avevo 18 anni, passaporto appena fatto, attraverso l’Oceano, felice, libero, arrivo a destinazione, poso la valigia sul letto, apro, e…”Oh cavolo” una stretta allo stomaco, le mie cose, i miei vestiti, i miei affetti lontani…”io” insomma, con tutti i miei maledetti ricordi, sensi di colpa, dolori e tutto ciò che credevo di aver lasciato lontano.

    La geografia è una fregatura. 

    Da te stesso non scappi e troppo spesso è proprio da te stesso che scappi.

    Ma certo allieta trovare cause esterne.

    Ritarda le soluzioni, ma rende più piacevole il viaggio.

    Ci si distrae finché ci si riesce, come bambini che frignano per giocare ancora un po’, solo cinque minuti.


    L’ideale sarebbe riuscire a spostarsi senza scappare.

    Trasferirsi con la serenità di poter tornare.

    “Tornare”, di per sé, implica che vedi un posto come “casa”… perché è a casa che si torna, negli altri posti “si va”.

    Chi ha capito che il mondo è una noce e che la vita è un giro di giostra, vada sereno e felice dove vuole, tutti gli altri sono fregati, sappiatelo.

    Chi ha capito che il mondo è una noce e la vita un giro di giostra, e crede che vivere equivalga a spassarsela, senza domande né comprensione, salga sul carrozzone di quelli fregati.

    Scusate se per un momento vi ho illusi, ma in fondo lo sapevate già che a spegnere il cervello avreste rischiato di farvi male.

    Correte a fari spenti nella notte, e non conoscete nemmeno la strada.

    Quella roba che vi riempie non è altro che adrenalina.

    Una sciocca reazione fisica, chimica o quello che è, ma niente di personale tutto solo vostro.

    Quando l’adrenalina vi lascerà avrete solo due opzioni:

    a) cercarne altra con emozioni sempre più forti che vi porteranno alla rovina

    b) rendervi conto che avete fatto una sciocchezza e che siete fregati

    Se scegliete “b” imbroccate un lungo e tortuoso sentiero che porta alla consapevolezza.

    Se avete deciso di spegnere il cervello lasciate perdere, non è per voi.

    Con questo non voglio dire che chiunque si sia trasferito alle Canarie abbia fatto una sciocchezza, sia chiaro, ma se qualcuno è partito alla ricerca del nuovo mondo, la vita di riserva, l’isola che non c’è, l’angolo di paradiso o roba del genere… beh…

    No, dico solo per quel qualcuno, eventuale, che è partito cercando quella roba.

    Cioè sai quelli tipo “qui non si può più vivere”…

    “io voglio solo una vita serena in cui non si vive per lavorare”…

    Massì, dai, dico quei poveracci fuori dal mondo che credono alle favole, quelli dell’erba del vicino più verde, quelli che ne hanno sempre fumata troppa, dai che hai capito.

    Quelli che poi finiscono a fare la fila alla Caritas.

    E, faccio fatica ad ammetterlo, ma io sono uno di quei pirla che fa beneficenza alla Caritas, che sono pure anti clericale, ma la Caritas lavora bene, mi tocca ammetterlo.

    Cioè, io vorrei dire, con delicatezza e senza offendere nessuno, che se andate a fare cose che non potete permettervi, i pirla siete voi. 

    Ora qualcuno dovrà sostituire il termine pirla con qualcosa di meglio.

    Come lo chiamereste uno sprovveduto di 40 anni con moglie e figlio a carico? 

    Un diversamente genio che in questo momento sta anche gongolando pensando che ha tanti soldi da uscirgli dal naso… ma dimentica che quei soldi li ha fatti vendendosi un appartamento in centro… e magari pure ereditato… e non c’è niente di male in questo, tranne che si sta mangiando la sicurezza propria e di tutta la famiglia, perché son soldi persi e quasi sempre reinvestiti male.

    Perché, se con quei soldi ti ci fossi comprato due appartamenti, ok, ma sicuramente, invece, hai deciso di usarli per realizzare un sogno.

    Un sogno da pirla magari.

    Tipo trasferirti in un posto senza prospettive e aprirci un’attività che non hai mai fatto.

    Un successo annunciato insomma.

    Chiaramente, quello che tanti NON possono permettersi, non è trasferirsi alle Canarie, ma è di trasferirsi con quell’idea paradisiaca che si sono creati.

    Puoi andare in qualsiasi posto del mondo, il problema è COME ci vivrai.

    Se io domani partissi per New York, finirei il budget con il viaggio di andata.

    Ma posso andarci lo stesso, dovrei solo trovare un senza tetto e chiedergli due dritte, e magari dimenticarmi di tornare a casa.

    Qualcun altro, invece, potrebbe andarci, starci, fare shopping, dormire nel migliore hotel eccetera eccetera.

    È chiara la differenza?

    Tempo fa alle Canarie si vivacchiava bene, si lavoricchiava e si trovava casa.

    Qualcuno ci ha pure fatto dei quattrini, prima prima però, quelli in gamba e di solito con una buona base.

    Per me esseri mitologici, sono arrivato dopo.

    E comunque mai stato così in gamba e lasciamo perdere la buona base.

    Si stava bene soprattutto perché non c’era gente stressata in giro, non perché c’era chissà cosa, semplicemente NON c’era qualcosa.

    Quel qualcosa da cui fuggite.

    Quel qualcosa che vi siete portati in valigia: voi.

    Pretese, malumore, insoddisfazione, disoccupazione, povertà… qualcuno pure la nebbia (rido).

    Non prendetevela, senza offesa, davvero, ma è tutta colpa vostra.

    E non spargete la voce, aspettiamo altri imprenditori che ci portino i quattrini delle loro case svendute in Italia che qui abbiamo molto da rifil…opps, da vendergli, abbiamo grandi occasioni, molti angoli di Paradiso in saldo, ditelo in giro, qui si sta bene.

    (OdiosoLem)

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