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    Un piccolo pezzo di metallo riapre inquietanti scenari

    Questo mese l’arca del mistero approda al nord dell’isola per narrare una storia di intrigo mistero che si snoda tra passato e presente.

    In articoli precedenti abbiamo trattato vari aspetti paranormali legati al maggior incidente aereo della storia accaduto il 27 marzo del 1977 nell’aeroporto di Los Rodeos.

    In quell’evento 583 passeggeri hanno perso la vita a causa dello scontro tra un aereo olandese della compagnia KLM in fase di atterraggio e un Boeing in decollo della Panam.

    Dopo tutti questi anni e l’inchiostro versato da moltissimi giornalisti sembrava che ormai si sapesse tutto di quel tragico giorno, ma come sempre il destino sempre riserva sorprese.

    Il 24 agosto di quest’anno a circa quattro chilometri dalla pista dell’aeroporto, in un campo vicino al camino la Rua è stato rinvenuto un oggetto dalla strana forma ed apparentemente metallico.

    L’oggetto lungo circa 20 centimetri aveva un peso troppo elevato per essere costituito da metalli comuni e per questo gli scopritori decisero di chiamare le forze dell’ordine per denunciare il ritrovamento.

    Dopo alcune analisi la vicenda inizia a prendere una piega degna dei migliori film di spionaggio americani.


    Infatti si è scoperto che si tratta di un contrappeso dell’aereo americano costituito da uranio impoverito.

    Per prevenire allarmismi specifichiamo subito che le radiazioni emesse dall’oggetto a temperatura ambiente sono molto basse e per proteggersi dagli effetti dannosi è sufficiente lavarsi bene il corpo con acqua e sapone e non manipolare l’oggetto indossando oggetti metallici.

    Il vero pericolo dell’uranio impoverito è quando la temperatura aumenta e si avvicina ai 500 gradi, in quel momento l’attività atomica aumenta e le radiazioni possono arrivare ad essere mortali.

    Già nel momento dell’incidente il chimico Agustin Cabrera aveva sottolineato come nei primi momenti dell’incidente i pompieri intervenuti per farsi un varco tra i resti degli aerei producevano strane scintille incompatibili con il metallo di cui doveva essere composto l’aereo.

    Ulteriori analisi del terreno all’epoca avevano scoperto un cambio nella radioattività del terreno in un raggio di 3 chilometri dal luogo dell’incidente.

    La compagnia americana è tornata nuovamente a dichiarare che l’aereo NON conteneva pezzi costruiti con questo materiale radioattivo ma i fatti evidentemente lo stanno contraddicendo.

    Questo piccolo pezzo di metallo dà invece forza alla teoria nata fin dai primi momenti dell’incidente dove si presumeva che la compagnia Panam approfittasse della rotta Stati Uniti Sud Africa con scalo a Gran Canaria per trasportare in forma segreta grosse quantità di materiale radioattivo di contrabbando destinato alla sperimentazione e costruzione di armi nel paese africano, superando l’embargo internazionale che ne impediva la vendita e l’utilizzo. Secondo le gole profonde dell’epoca la quantità complessiva di materiale doveva essere intorno ai 400kg, sufficiente per essere elaborata e produrre una piccola bomba.

    Pochi anni dopo l’incidente un altro evento accaduto nei cieli delle Canarie e conosciuto come l’Ufo di Anaga era stato oggetto di investigazione ed il risultato faceva pensare ad una prova balistica nucleare realizzata da navi sudafricane e statunitensi in acque internazionali vicino alle coste canarie.

    Come poteva il Sud Africa avere delle armi balistiche nucleari se nessuno poteva vendere allo stato questo materiale?

    Ovviamente lasciamo ai lettori il compito di rispondere a questa domanda, considerando che le fonti ufficiali ancora oggi continuano a negare gli eventi, ma il ritrovamento di questo piccolo pezzo di metallo continua ad essere un mistero internazionale.

    Loris Scroffernecher

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