I nostri giudizi, i desideri, le decisioni, le scelte, sono il frutto di valutazioni per un’osservazione.
Come anche la nostalgia che scaturisce da una memoria visiva o olfattiva fissata nel nostro cervello così come l’abbiamo vissuta.
Ma ciò che osserviamo non sempre è la verità o perlomeno potrebbe avere diversi aspetti da mostrare e quindi sarebbero diverse le considerazioni e le azioni che ci apprestiamo a fare.
Prendiamo ad esempio una semplice foglia, tutti la vediamo verde, la memorizziamo come verde, la dipingiamo verde.
Ma il colore che vediamo non è reale, è il semplice riflesso dello spettro di luce che è respinto dai pigmenti della clorofilla.
In verità la foglia “assorbe” lo spettro del rosso, quindi la foglia è rossa!
Basterebbe essere così minuscoli da poterci entrare dentro e allora vedremmo l’onda del fotone del rosso quindi vedremmo la foglia, dall’interno, rossa!
Infatti, in autunno, quando si “degrada” la clorofilla, che rifletteva lo spettro del verde, la foglia diventa rossa.
Ma anche osservare il seno di una donna ci farebbe cambiare approccio o considerazione, a seconda di come lo vediamo, e io vi propongo di andare oltre la pelle dove vediamo le ghiandole mammarie come un fiore, e questo susciterebbe più ammirazione per la natura che provocare il testosterone.
(vedi immagine)
Si può dire che generalmente viviamo convinti che ciò che osserviamo o sentiamo sia la sola realtà.
Abbiamo sì l’esperienza delle frasi capite male, di una fedeltà non corrisposta, di un’amicizia che appariva reale, e altre simili dell’essere quotidiano, ma altre cose fastidiose non riusciamo a vederle diverse, cose che sarebbero da osservare in maniera differente per farci vivere invece bene, in pace, sorridendo.
La nostalgia, per dirne una, cos’è in fondo?
In psicologia il pessimismo e la nostalgia sono due cose contrapposte e la nostalgia protegge dal male al cuore provocato dal pessimismo.
La nostalgia pare una cosa triste, che ci porta a ripensare a qualcosa che fu e che non c’è più, invece è una risorsa perché spinge verso la ricerca di un maggiore contatto sociale.
Imparare a coltivare la nostalgia può aiutarci a guardare al passato mettendo insieme quello che siamo stati e quello che siamo.
Talvolta crediamo di aver nostalgia di un luogo lontano, mentre a rigore abbiamo soltanto nostalgia del tempo vissuto in quel luogo quando eravamo più giovani e freschi.
Così il tempo ci inganna sotto la maschera dello spazio.
Se facciamo il viaggio e andiamo là, ci accorgiamo dell’inganno.
(Arthur Schopenauer)
Andrea Maino