La TF-1 che congiunge San Miguel a Los Cristianos, con oltre 87mila veicoli che quotidianamente circolano, cifra che cresce al ritmo di 5.000 unità all’anno, è tra le strade a più elevata densità di traffico di tutta la Spagna.
La cifra in particolare è il prodotto della somma delle 22.000 vetture che circolano in ciascuna della 4 corsie 24 ore al giorno, un numero mai raggiunto prima nella regione meridionale di Tenerife e che supera di gran lunga i record precedenti alla crisi economica, assomigliando sempre più a quelli dell’area metropolitana di una grande città.
L’evoluzione del traffico in questa zona dell’Arcipelago è stata spettacolare, soprattutto nel corso degli ultimi 4 anni.
La stazione di misurazione del Cabildo installata al km 76,68 in prossimità di Guaza, ha registrato più di 20.000 veicoli rispetto al 2014 e l’enorme densità dei automezzi sull’autostrada del sud interessa già 4 comuni, ovvero Granadilla, San Miguel, Arona e Adeje.
Il problema è che nel medio lungo termine si presume che la realtà supererà le previsioni della pianificazione circa le soluzioni, a causa di dinamiche che, in una zona come questa, risentono del flusso di ben 5 milioni di turisti l’anno.
In breve 3 viaggi su 4 attualmente sono fatti a bordo di un’auto e se la crescente domanda di mobilità continuerà con questo rapporto, il problema del traffico non solo sarà destinato a perdurare, afferma Miguel Becerra assessore di Sviluppo e Mobilità, ma peggiorerà; il sud di Tenerife, il più grande epicentro turistico dell’isola, non può permettersi di concentrare il 75% della mobilità sulle auto private, cosa che porterà a un collo di bottiglia permanente, inquinamento ambientale e sonoro, arrivando a danneggiare la destinazione turistica.
A tal proposito Becerra ha difeso l’impegno del Cabildo riguardo al trasporto pubblico, mostrando cifre confortanti circa il suo utilizzo; la recente ristrutturazione della rete Titsa del Sud ha portato a un aumento del 10% dei passeggeri e altri 20 autobus sono operativi da qualche settimana, cui si aggiungeranno 87 nuovi veicoli, una significativa parte dei quali sarà destinata al traffico del sud.
Ma il quadro generale della mobilità, precisa, evidenzia un aumento dei flussi di lavoratori delle aree turistiche da e per le zone di residenza che, per effetto dell’aumento dei prezzi di affitto e della carenza di alloggi, sono progressivamente diventate sempre più periferiche.
Per analizzare il particolare questo fenomeno e progettare un piano di azione che faciliti i viaggi da e per i luoghi di lavoro, il Cabildo e la direzione di AsHotel, in collaborazione con il Gruppo Fedola, hanno realizzato uno studio pilota i cui risultati saranno esposti a settembre.
L’analisi si è concentrata principalmente sulla mobilità dei dipendenti dei 5 hotel della catena, prendendo in considerazione il luogo di residenza e con quali mezzi effettuano gli spostamenti.
La prima conclusione dello studio è che l’attuale offerta di trasporto pubblico non è ancora la più adeguata per fronteggiare le esigenze dei dipendenti che in molti casi entrano o escono dagli hotel all’alba.
Becerra ha quindi affermato che l’obiettivo è che la programmazione degli autobus copra almeno il 75% dei lavoratori; ulteriori cambiamenti dovranno essere attuati dagli stessi hotel, cui verrà richiesto un maggior impegno nella gestione della mobilità dei propri dipendenti, sia in termini di interventi alla spesa affrontata per i mezzi pubblici che in riorganizzazione dei turni.
La situazione, conclude infine Becerra, potrebbe rappresentare una nuova forma di business per i taxi che potrebbero portare 4 o 5 lavoratori ad un prezzo ragionevole e in un tempo relativamente breve.
Franco Leonardi