Difficile immaginarlo nel suo periodo di maggior successo, autentico fiore all’occhiello del turismo dell’Arcipelago delle Canarie, con i suoi giardini rigogliosi e ben curati, i pergolati, la splendida architettura e il flusso continuo dei suoi eleganti ospiti, eppure del Grand Hotel Taoro ora non rimangono che ricordi e vecchie fotografie.
Inaugurato nel 1890 e raggiunta presto una fama mondiale, il Taoro divenne meta indiscussa per il jet set e motore trainante del turismo dell’epoca, contribuendo a rendere Puerto de la Cruz una destinazione d’eccellenza.
Di questa gloriosa e importante struttura oggi non rimangono che alcuni resti e molto degrado, come il tappeto sgualcito all’ingresso che riporta ancora il nome del Casino Taoro.
La vegetazione, ora decimata, inselvatichita e ricoperta di mosche bianche, fa da sfondo a ringhiere di accesso completamente arrugginite, pavimentazione ricoperta di escrementi e piume di piccione, esemplari di volatili morti nel retro, piastrelle e pezzi di cornici delle finestre nel cortile e perfino una sedia a rotelle abbandonata.
I rivestimenti e le finiture della facciata del Grand Hotel Taoro sono in più punti staccati e a sopravvivere alle intemperie e al tempo rimane, quasi come monito per i responsabili dell’abbandono, la struttura del pannello di illuminazione, insieme a una scala rotta e alle voragini sul tetto.
Oltre alla deplorevole condizione fatiscente dell’edificio, è evidente una grave carenza di manutenzione e pulizia di tutta l’area circostante, soprattutto se si considera che si trova in una zona di grande attrazione turistica, vicina al parco di La Sortija i cui giardini sono costantemente affollati di turisti in passeggiata.
Immagini che fanno male, che esigono un intervento sempre più urgente che però risulta sempre disatteso, nonostante il concorso sancito per la ristrutturazione in ben 4 occasioni.
Nel 2015 il Cabildo di Tenerife, proprietario del Taoro dal 1945, ha firmato un contratto con la società di controllo tecnico e prevenzione dei rischi S.A. per la realizzazione di un’indagine sulle criticità rilevate nell’edificio, indagine che si è conclusa con il responso che la sicurezza strutturale non è compromessa, ma che è lungi dall’essere nelle condizioni imposte dalla normativa vigente.
Il rapporto stabilisce inoltre che le facciate in generale presentano ancora un buono stato di conservazione, data la situazione e salvo specifici segni di deterioramento, e che i problemi maggiori si riscontrano nei rivestimenti in pietra artificiale.
Quanto alle coperture, con evidenti segni di degrado, esse non osservano i requisiti minimi di abitabilità e accessibilità.
Il costo stimato per affrontare un risanamento strutturale sarebbe pari a 1,8 milioni di euro, un importo che dovrebbe accollarsi un eventuale investitore ancora prima di decidere il futuro dell’edificio e la sua destinazione d’uso.
Il Grand Hotel Taoro, di proprietà all’epoca della Taoro Company Limited, compagnia nata dalla fusione di due società, nacque con il preciso obiettivo di realizzare a Puerto una prestigiosa struttura ricettiva, il cui progetto venne affidato all’architetto francese Adolph Coquet.
Il Grand Hotel, inaugurato il 22 dicembre del 1890, venne assorbito dal Cabildo nel 1945 che, nel 1979, lo trasformò in casinò fino al 2007.
Da quell’anno in poi l’edificio, dichiarato BIC, sopravvissuto a un incendio e a tre guerre, ora rischia di scomparire per sempre a causa di insidie ben più dannose: la pigrizia e l’inerzia.
MAGDA ALTMAN