Con una media di 4,6 infermieri per 1.000 abitanti le Canarie sono in fondo alla classifica nazionale.
Secondo uno studio elaborato dal Sindacato degli Infermieri (Satse) le Canarie soffrono della più grave carenza di infermieri di tutta la Spagna con 4,6 operatori per mille abitanti, mentre la media nazionale è di 5,3 e quella europea è di 8,8 infermieri per migliaio di abitanti.
La soluzione, ovviamente, sarebbe l’assunzione di 800 professionisti per avvicinare il rapporto infermiere/abitante alle statistiche nazionali o di 3.442 infermieri se si volesse portare la media a livello europeo, ed è quanto il Satse chiede con una proposta di legge ad hoc che stabilisce il numero massimo di pazienti per ogni infermiere nei diversi reparti e specializzazioni ospedalieri.
I dati sono stati resi noti dal sindacato stesso nell’ambito della campagna denominata “La sanità che meritiamo, legge sulla quota degli infermieri”.
Iniziata ai primi di novembre nei Centri per la salute, la campagna ha come obiettivo non solo la raccolta di 50 mila firme necessarie a presentare la proposta di legge al Congresso dei Deputati, ma anche l’informazione e la sensibilizzazione degli utenti sul diritto ad un servizio di maggior qualità e più attento ai bisogni dell’assistito sia in ambito pubblico che privato.
In parallelo l’organizzazione sindacale sta svolgendo una serie di incontri con le associazioni dei pazienti, partiti politici e istituzioni pubbliche, dal Parlamento delle Canarie al singolo Comune, per cercare appoggio all’iniziativa legislativa.
Il Segretario Generale del Satse Leopoldo Cejas-Fuentes ha affrontato questa questione durante un’incontro con il Consigliere alla Sanità del Governo Autonomo José Manuel Baltar e con Direttore Generale del SCS Conrado Domínguez.
Dalla riunione è emersa la consapevolezza che la carenza di infermieri dipende da una serie di circostanze e condizionamenti esterni tali per cui non si potrà risolvere la questione in tempi brevi.
Secondo il segretario del Satse, il numero di infermieri nell’Arcipelago è scandalosamente basso e si tratta di un deficit storico che si amplia con il passare del tempo.
Non è una diretta conseguenza dei tagli al bilancio dovuti alla crisi economica del 2008, dal momento che negli ultimi dieci, dodici anni la differenza tra la media canaria e quella peninsulare era inferiore, mentre ora si è arrivati quasi al 5%.
La situazione è resa ancora più preoccupante dal problema dei pensionamenti.
Il 35% dell’organico si congederà nei prossimi 10 anni per cui diventerà necessario adottare un piano di assunzioni a lungo termine.
Attualmente l’organico del SCS consta di 7.465 infermieri, tra lavoratori fissi, interinali e temporanei.
Attraverso le assunzioni straordinarie del 2019 dovrebbero andare a concorso circa 6.000 posti totali di cui 1.800/1.900 nel settore infermieristico, ma se si vuole tenere come definitiva la data del 12 maggio, stabilita dalle parti durante il Consiglio Interterritoriale del Sistema Nazionale della Salute, è necessario percorrere con la massima celerità le tappe che portano alla concertazione tra Governo e rappresentanti delle parti coinvolte.
I sindacati e l’amministrazione prevedono di riunirsi entro la fine di novembre in occasione del Tavolo della Sanità nelle Canarie per iniziare la trattativa sul bando di concorso e per far inserire la proposta nella legge di bilancio.
L’auspicio è che la primavera del 2019 porti buone notizie per i lavoratori del settore infermieristico e per i pazienti che, se la legge verrà approvata, potranno usufruire di un miglioramento nei servizi di assistenza.
Claudia Di Tomassi