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    Immobili posseduti in Italia dai connazionali residenti all’estero 

    ROMA – Il sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci ha risposto in Commissione Finanze alla Camera dei Deputati all’interrogazione che reca come prima firma quella di Giulio Centemero (Lega) e sottoscritta, tra gli altri, da Simone Billi, deputato leghista eletto nella ripartizione Europa, sugli immobili posseduti in Italia dai connazionali residenti all’estero.

    La richiesta verte in particolare su quante siano le “prime abitazioni di proprietà di cittadini italiani” e di “pensionati italiani residenti all’estero e iscritti all’Aire e in che misura tali proprietari risultino distribuiti nei diversi continenti”.

    La finalità della richiesta è quella di estendere l’esenzione dell’Imu prevista per la prima casa anche agli immobili posseduti in Italia dai connazionali residenti all’estero.

    Ripercorrendo le modifiche legislative intervenute sul tema in questi ultimi anni, l’interrogazione ricorda come dal 2015 sia considerata abitazione principale solo l’unità immobiliare posseduta in Italia da cittadini italiani all’estero già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, a condizione che non risulti locata o data in comodato d’uso.

    Tale equiparazione consente ai pensionati italiani residenti all’estero di usufruire delle agevolazioni fiscali previste per la “prima casa” (esenzione dell’Imu) e di pagare le imposte comunali Tari e Tasi in misura ridotta di due terzi.

    “L’agevolazione in questione spetta solo se il possessore dell’abitazione, iscritto all’Aire, sia titolare di pensione estera.

    Sono pertanto esclusi i soggetti titolari di pensione italiana – ricorda Bitonci nella sua risposta, segnalando anche come essa sia stata al vaglio degli Uffici della Commissione europea che ha respinto le osservazioni fornite dall’Italia chiudendo negativamente il caso “con la prospettiva – segnala il Sottosegretario – dell’adozione di una lettera di costituzione in mora”.


    Sul quesito posto, Bitonci premette come “i dati in possesso dell’amministrazione finanziaria derivano dal matching delle informazioni reddituali e catastali incluse nella banca dati immobiliare integrata e le informazioni acquisite dall’Inps relativamente ai soggetti titolari di pensione”.

    “Le elaborazioni – rileva – sono state effettuate sulla base dei dati presenti in Anagrafe tributaria, da cui risultano circa 2 milioni di soggetti residenti all’estero e iscritti all’Aire”.

    Dai dati risulta dunque “che il numero dei soggetti iscritti all’Aire e proprietari in Italia di almeno un’abitazione (o una quota di essa) sono circa 564.000, di cui circa 485.000 è rappresentato da coloro che risultano proprietari di un’abitazione che può essere considerata «prima casa»”.

    “La differenza – rileva Bitonci – è costituita da persone che hanno in Italia solo abitazioni locate o concesse in comodato d’uso”.

    “Si precisa che, in assenza del requisito della residenza in Italia, in caso di possesso di più abitazioni è stata considerata «prima casa» l’immobile con rendita catastale più elevata – conclude il Sottosegretario.

    Soddisfatto della riposta Simone Billi, il quale auspica che tali dati “possano costituire la base per procedere, in un prossimo futuro, all’abolizione di una forma impositiva estremamente invisa agli italiani residenti all’estero”.

    (Inform)

     

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