Thomas Cook, il celebre tour operator britannico, crolla in Borsa dopo aver annunciato la sospensione dei dividendi e confermato una perdita del 10% di turisti per le Canarie, dove, per la stagione 2019, prevede una significativa riduzione della vendita dei tour.
L’utile operativo dell’esercizio fino a settembre è stato pari a 250milioni di sterline, (circa 282milioni di euro), ovvero 58 milioni di sterline in meno rispetto all’anno precedente; questa è la terza riduzione degli utili previsti che uno dei tour operator più importanti nel settore dei pacchetti turistici alle Canarie realizza.
Peter Frankhauser, CEO di Thomas Cook, attribuisce gli scarsi risultati della vendita di pacchetti turistici nel Regno Unito per la Spagna a una forte concorrenza che ha di fatto ridotto i margini, oltre alle temperature torride registrate su territorio britannico la scorsa estate che hanno diminuito l’interesse a passare le vacanze nelle destinazioni spagnole.
E lanciando uno sguardo alla imminente stagione invernale, Thomas Cook sottolinea che si sta già verificando un calo delle prenotazioni per l’Arcipelago, già sofferente per il 2018 del 10% in meno di visitatori portati dal tour operator britannico che, a sua volta, ha visto scendere il proprio valore di mercato di quasi il 75%, pari a circa 500 milioni di sterline.
Dopo queste vicissitudini, la reazione dei titoli di Thomas Cook è stata immediata con un crollo del 26%, la più grande battuta d’arresto dopo il Brexit.
Durante il periodo estivo, il tour operator ha venduto il 90% dei pacchetti previsti, più o meno come nel 2017, tuttavia le entrate sono diminuite del 5% in seguito all’aumento del numero di voli a corto e medio raggio di fascia economica.
Un settore diventato molto più competitivo soprattutto per i pacchetti last minute, completa il quadro della debacle di Thomas Cook, che guarda ormai al futuro con un deciso pessimismo tagliando non solo il mercato dell’Arcipelago, ma anche il 5% di quello nordico.
Redazione