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    L’aumento del salario minimo costerà 70.000 posti di lavoro in meno

    La Commissione Europea stima che l’aumento del salario minimo inter-professionale (SMI) a 900 euro, pur avendo un impatto positivo dello 0,35% sulla massa salariale, provocherà una perdita in termini di posti di lavoro, tra le 70.000 e le 80.000 unità.

    Le previsioni sono quindi che la creazione di nuovi posti di lavoro rallenti in misura del 15,6% quest’anno, del 14,4% nel 2019 e del 13,3% nel 2020.

    In breve la Commissione Europea ha ridotto le previsioni di crescita per la Spagna del 2,6% nel 2018 e del 2,2% nel 2019, aumentando così la proiezione del deficit pubblico per i due anni anni fino al 2,7% e al 2,1% del PIL, rispettivamente.

    In entrambi i casi le previsioni sono peggiori di quelle emesse dall’Esecutivo comunitario per questi indicatori, che ha calcolato una crescita del 2,8% per il 2018 e del 2,4% per il 2019, oltre a un disavanzo del 2,6% e dell’1,9% del PIL.

    Nella sua relazione Bruxelles sottolinea inoltre che vi è incertezza su alcuni aspetti del progetto di Bilancio 2019, con particolare riferimento all’impatto delle nuove misure fiscali e dell’aumento di salario.

    Con un’economia che nell’ultimo quinquennio di espansione ha iniziato a mostrare segni di leggera decelerazione, la Spagna avrà una crescita robusta, ma subirà limitazioni nei consumi delle famiglie che tenderanno a risparmiare anziché a spendere.

    La Commissione si aspetta aumenti delle tasse ambientali, di quelle societarie, delle imposte sul reddito e l’ingresso di nuovi balzelli su servizi digitali e transazioni finanziarie, operazioni che dovranno aumentare il gettito nelle casse statali; a compensare, ma solo parzialmente, la riscossione delle imposte, sarà l’aumento della spesa pensionistica o per congedo di paternità.


    Bruxelles stima inoltre che l’impatto netto delle misure fiscali sarà dello 0,1% del PIL, mentre il governo lo stima allo 0,4%; il commissario per gli Affari Economici Pierre Moscovici durante una conferenza stampa, ha ammesso che la differenza è dovuta ad una valutazione più cauta da parte di Bruxelles, con riguardo particolare alle entrate derivanti dalle nuove tasse sulle transazioni finanziarie, sui servizi digitali e dalle nuove misure anti frode.

    Dal quadro emerge dunque che la Spagna avrà meno entrate e spenderà più di quanto il governo si aspetti, e che le misure pianificate a livello locale potrebbero non essere realizzate a causa delle imminenti elezioni comunali, riducendo in parte l’aumento del deficit.

    Moscovici ha minimizzato la differenza tra le previsioni comunitarie e nazionali, garantendo che la situazione non rappresenta nulla di eccezionale da quanto accaduto già in passato e con il precedente governo.

    Marco Bortolan

     

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