L’attività di consulenza ad aziende e privati ha acquisito nel tempo una sempre maggiore importanza di pari passo con la quantità di servizi offerti: preparazione delle dichiarazioni dei redditi, pianificazione e scelta delle diverse opzioni per ottenere il massimo risparmio fiscale, interpretazione delle norme, assistenza durante le ispezioni o di fronte all’Amministrazione Pubblica in caso di ricorso e via dicendo.
Il lavoro svolto da questi professionisti nell’esercizio delle loro attività può generare responsabilità nei confronti dei clienti e di terzi.
La responsabilità professionale ricade sia sulla Società di consulenza che sui singoli professionisti che forniscono i loro servizi o partecipano ad uno specifico lavoro o progetto.
Qual è in concreto la responsabilità che comporta questo genere di attività?
La responsabilità del consulente fiscale nell’esercizio della sua attività può riguardare tre aree: fiscale, penale e civile.
In relazione alla responsabilità fiscale, la Ley General Tributaria (art. 42.1.a) prevede che le persone che collaborano attivamente alla realizzazione di un reato fiscale siano responsabili in solido per i debiti fiscali generati, estendendo quindi la responsabilità del consulente anche alla sanzione.
Per quanto riguarda la responsabilità penale, benché il responsabile per i reati fiscali sia primariamente il contribuente, anche il consulente può essere considerato tale.
In questo caso la sua responsabilità dipende dalla natura e dalle caratteristiche della frode commessa, dalla partecipazione del consulente nella progettazione o esecuzione della stessa (il suo intervento deve essere ritenuto essenziale o almeno di notevole importanza per la commissione del reato) e dalla sussistenza di dolo.
In termini di responsabilità civile, il consulente risponde al proprio cliente per qualsiasi danno, patrimoniale e non, eventualmente causato dal suo operato incorretto.
La responsabilità civile in questione può essere di natura extracontrattuale, ovvero per danni indipendenti da qualsiasi rapporto giuridico preesistente tra le parti (art. 1902 Código Civil), o di natura contrattuale, ovvero per danni derivanti dal mancato rispetto del contratto di consulenza (v.artt. 1091 e seguenti del C.C.).
Quindi si possono reclamare i danni al proprio consulente fiscale?
Certamente sì.
Tuttavia è fondamentale tenere in considerazione che distinte responsabilità comportano distinzioni in termini di presupposti per l’esperibilità dell’azione di risarcimento, di relazione causale (ovvero il nesso esistente tra l’operato del professionista e il danno per il cliente), di onere della prova (ovvero il soggetto tenuto a dimostrare il danno ed il nesso causale), di prescrizione (ossia termini entro i quali esperire l’azione per ottenere il risarcimento del danno) ecc.
È imprescindibile affidarsi ad un professionista legale per valutare gli elementi a disposizione, l’azione più adeguata ed agire nei termini di legge.
Come posso prevenire spiacevoli sorprese?
Sicuramente un primo passo è effettuare ricerche sulla professionalità del consulente che intendiamo contrattare, per esempio verificandone l’iscrizione nell’Ordine Professionale corrispondente e, nel caso di società, negli appositi Registri amministrativi.
È sempre bene formalizzare per iscritto i servizi e le relative tariffe di gestione, nonché assicurarsi che il consulente disponga di una polizza assicurativa che lo copra in caso di errori (a nulla servirebbe esperire un’azione di risarcimento nei confronti di chi non dispone di un patrimonio capiente).
Infine è fondamentale che tutte le comunicazioni, soprattutto più importanti (soprattutto l’invio di documenti) siano realizzate per iscritto (email, fax, raccomandata), conservandone copia; questo sia per consentire un monitoraggio puntuale dell’operato del consulente, sia per salvaguardare elementi di prova utili in caso di controversia.
Avv. Elena Oldani